Francesca, fresca vedova, precipita dalle stelle alle stalle. Non ci sta e, d'accordo con un avvocato amico, mette in palio se stessa in una sorta di lotteria: quattro anni con lei al fortunato estratto. Una riffa con 20 biglietti in vendita al prezzo di 100 milioni l'uno. Ha pure una storia con un giovanotto squattrinato e piuttosto interessato. Lo scandalo della riffa sta per scoppiare, ma Francesca saprà uscirne ricca e libera.
Note
Il film castiga la volgarità di una società consumistica. Peccato che cada nella stessa volgarità. La Bellucci non sa recitare.
Dopo il pessimo Topo Galileo e il documento politico Addio a Enrico Berlinguer, Laudadio realizza un dramma fortemente polemico nei confronti del bigottismo e del pregiudizio, tratteggiando un ambiente (barese) ricolmo di vizi e perversioni.
Brutto e inconcludente film, che non riesce a centrare il bersaglio che si era fissato: la "satira" sulla mentalità di questo gruppo di persone non punge, scorre via leggera appiccicando semplicemente etichette morali sui vari individui senza che nulla possa interessare lo spettatore. Bellucci algidissima.
Laudadio parte da un'ottimo spunto di critica sociale ma alla prova dei fatti realizza un film povero di idee e soprattutto recitato malissimo da un cast al limite del dilettantismo.
Giovane e piacente, a causa di un incidente Francesca rimane vedova e piena di debiti. Organizza così una riffa, venti biglietti da cento milioni di lire ciascuno, mettendo come premio il suo corpo per quattro anni.
Difficile dire se La riffa sia un film più insensato a livello logico - la storia fa acqua da tutte le parti - o demenziale nella scelta di attribuire il ruolo… leggi tutto
Cominciamo subito con il dire che la Bellucci, qui al suo esordio sul grande schermo, sa recitare.. a dispetto di certa critica che naturalemnte vive di luoghi comuni.., vero in alti films non lo ha fatto, ma qui riesce ad essere credibile oltre che bella e maestosa. La colpa del film e di avere avuto un'ideuzza (rubacchiata dal un film di De Sica) mal sviluppata e poco giustificata, il regista… leggi tutto
Piccolissimo film , molto simile alle commedie cosiddette sexy o scollaciate degli anni 70, non ha perticolari pregi. Dal tratto pruriginoso, stile salvatore Samperi, ma senza la sua ironia.Presunta vedova in difficoltà economiche, inventa una riffa la cui posta in palio è lei stessa,il suo corpo,magro copione dunque.Tuttavia c'è qualcosa o per meglio dire qualcuno , in…
Francesco Laudadio, regista prematuramente scomparso nel 2005, si era distinto, almeno a inizio carriera, per film dal soggetto mai banale. Questo “La riffa” non fa eccezione, con una storia che se portata in scena da un -per dirne uno- Monicelli sarebbe certamente stato un filmone. Diretto dallo stesso Laudadio risulta invece essere un'opera piuttosto povera che, oltre a puntare…
Giovane e piacente, a causa di un incidente Francesca rimane vedova e piena di debiti. Organizza così una riffa, venti biglietti da cento milioni di lire ciascuno, mettendo come premio il suo corpo per quattro anni.
Difficile dire se La riffa sia un film più insensato a livello logico - la storia fa acqua da tutte le parti - o demenziale nella scelta di attribuire il ruolo…
Eccola qua la nostra "stellina" nazionale,molti utenti qua storceranno il naso,ma e' da constatare a piene mani la sua popolarita' nel "Firmamento" Cinematografico. Vediamo un po' di renderLe omaggio in qualche…
E' appurato ormai che siamo un popolo di scommettitori e giocatori. Ma mica solo noi nel mondo ! Spesso il cinema internazionale si è avvalso di questo "vizio" per costruire avvincenti e/o divertenti storie.
"La riffa" diretto nel 1991 da Francesco Laudadio,
devo dire che mi ha fatto rimanere perplesso.
La storia si svolge a Roma,e tratta che Francesca,
una delle più belle ragazze della città,rimane vedova
per un incidente stradale che è stato coinvolto
suo marito,ricco benestante.
Però si accorge che c'è qualcosa che non va,
perché gli lascia tanti debiti che è costretta
a…
Noioso, a tratti irritante, un film senza nerbo ne arte. Il soggetto sarebbe anche interessante, ma il modo di trattarlo è scialbo, fuori fuoco. Gli unici sussulti si possono avere alla vista delle nudità della Bellucci, comunque sciupati da un insensata volgarità, forse involontaria. Meglio evitare questo supplizio. Orribile.
le intenzioni per una satira graffiante di una società allo sbando reggono fino ad un certo punto. La volgarità più che esibita (l'accusa principale al film) è statica, incapace di farsi davvero beffe dell'eleganza borghese in cui è immersa. Alla fine non è né carne e né pesce e la fotografia grigia risulta piatta e non squallida. E i colleghi maschi (da Ghini a Scarpati) sono peggio…
Cominciamo subito con il dire che la Bellucci, qui al suo esordio sul grande schermo, sa recitare.. a dispetto di certa critica che naturalemnte vive di luoghi comuni.., vero in alti films non lo ha fatto, ma qui riesce ad essere credibile oltre che bella e maestosa. La colpa del film e di avere avuto un'ideuzza (rubacchiata dal un film di De Sica) mal sviluppata e poco giustificata, il regista…
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Commenti (5) vedi tutti
Dopo il pessimo Topo Galileo e il documento politico Addio a Enrico Berlinguer, Laudadio realizza un dramma fortemente polemico nei confronti del bigottismo e del pregiudizio, tratteggiando un ambiente (barese) ricolmo di vizi e perversioni.
commento di undyingBrutto e inconcludente film, che non riesce a centrare il bersaglio che si era fissato: la "satira" sulla mentalità di questo gruppo di persone non punge, scorre via leggera appiccicando semplicemente etichette morali sui vari individui senza che nulla possa interessare lo spettatore. Bellucci algidissima.
commento di silviodifedeModesto film, ma Bellucci è "splendida"
leggi la recensione completa di Furetto60Laudadio parte da un'ottimo spunto di critica sociale ma alla prova dei fatti realizza un film povero di idee e soprattutto recitato malissimo da un cast al limite del dilettantismo.
leggi la recensione completa di marcopolo30VOTO : 4,5. Film dimenticabile e brutto, per niente riuscito. Meglio lascair perdere.
commento di supadany