Regia di Luciano Salce vedi scheda film
Torna, a un anno di distanza dai fasti de “Il federale”, la coppia Luciano Salce – Ugo Tognazzi con una commedia agro-dolce decisamente pungente impreziosita dall'abbagliante bellezza di una Catherine Spaak appena sedicenne.
Ho avuto la fortuna ed il piacere di guardare nel giro di poche serate “Il federale” e “La voglia matta”, il frutto cioè degli sforzi congiunti, nei primi anni '60, di Luciano Salce e Ugo Tognazzi (e Castellano & Pipolo come sceneggiatori). Questo “La voglia matta”, girato sulla scia del successo del primo film, non raggiunge lo status di capolavoro che “Il federale” merita invece senza riserve, ma resta una commedia agro-dolce di solidissima fattura. Il plot, piuttosto lineare, vede Tognazzi nei panni di un ingegnere milanese di mezz'età, ricco e (apparentemente) sicuro di se, che incrocia sulla strada un gruppo di giovani (apparentemente) ribelli del quale fa parte la sedicenne Francesca (una semi-esordiente Catherine Spaak, tanto giovane quanto conturbantemente bella) per la quale perderà testa e amor proprio nel breve volgere di una Domenica al mare. La figura dell'ingegner Berlinghieri è certamente quella curata meglio, con poche sapienti pennellate (e qualche utile, brevissimo flash-back) che rendono benissimo debolezze e paure di un uomo di successo abituato altrove ai si incondizionati. Idem dicasi per Francesca, sempre in bilico tra angelo e demonio senza che ciò appaia artificioso. Meno bene gli altri ragazzi, con caratteri individuali buttati giù in maniera troppo netta per risultare credibili. Tale gruppo include inoltre Jimmy Fontana, che oltre a recitare piuttosto male, sta alla parte del giovane ribelle e spavaldo tanto quanto Bud Spencer starebbe a quella di anoressico. E parlando di cantanti, la colonna sonora, meravigliosa, è composta da Ennio Morricone, ma va anche sottolineata la presenza della toccante ”Sassi” di Gino Paoli sulla scena, particolarmente intensa e significativa, del ballo lento. Particina per il proprio Luciano Salce nel ruolo dell'imprenditore logorroico conoscente del Berlinghieri/Tognazzi.
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