Mentre vaga per i quartieri più avveniristici di Parigi nell'inutile tentativo di rintracciare un impiegato, l'allampanato e compassato monsieur Hulot si smarrisce in una giungla di architetture moderne e gadget tecnologici, rimanendo "impigliato" in un gruppo di turisti statunitensi...
Note
Tati enfatizza i tratti più astratti e "lunari" della sua comicità, in aperta ostilità verso la montante alienazione contemporanea. Suoni e rumori soppiantano i dialoghi, mentre le figure umane si perdono in un paesaggio urbano geometrico e angosciosamente uniforme. Girato in 70mm (e quindi inadatto allo schermo Tv) e ampiamente scorciato dopo il flop al botteghino.
Il grande Tati realizza forse il suo film migliore conducendo il suo M. Hulot all'inevitabile scontro con la tecnologia. Silenzio contro frastuono, stupore contro ripetitività: una critca di grande intelligenza (e di buona tecnica registica).
Compendio dell'arte cinematografica di Tati, una satira corrosiva che sfiora il grottesco, dove le gags comiche sono studiate in maniera geometrica. Grande utilizzo di campi lunghi in maniera spettacolare(quello d'apertura è esemplare). voto:10
Monsieur Hulot (Jaques Tati) vaga in un quartiere parigino dalle architetture avveniristiche e dopo aver tentato invano di farsi ricevere da un impiegato dei pubblici uffici in un palazzo enorme e ultramoderno, rimane invischiato in mezzo a un gruppo di turisti statunitensi e coinvolto nell'inaugurazione di un ristorante moderno che si trasforma in un susseguirsi di guai e disfunzioni. Per la… leggi tutto
Non riesco ad essere un fan di Jacques Tati, nonostante che il suo personaggio allampanato e dinoccolato mi ispiri innata simpatia. Questo Playtime è indubbiamente un film atipico: lo era nel 1967 e lo è ancora oggi a quasi 45 anni di distanza. L'impressione che mi dà, in diversi momenti della sua durata e soprattutto in quelli notturni, è quella di uno dei quadri di… leggi tutto
Clamoroso flop, eppure unanimemente considerato dalla critica come il capolavoro di Jacques Tati. Il cinema vive di queste contraddizioni, così come di tantissime rivalutazioni postume.
Tati ha un coraggio e una sfrontatezza smisurati: ha fatto costruire appositamente un set colossale, osando una volta di più (di troppo) a proporre al pubblico la propria comicità, che… leggi tutto
Jacques Tati disciplina lo sguardo dello spettatore disabituandolo a cogliere la stratificazione simbolica di contesti, rapporti, stimoli sensoriali e atmosfere, mostrando piuttosto le lontananze, i distacchi, le incompatibilità nelle relazioni interpersonali, oggettuali e interoggettuali. I corpi sono colti nella loro atomicità ed impermeabilità rispetto agli spazi, questi…
Decine, in Splendor, sono i riferimenti ad altre pellicole, attraverso locandine, citazioni, frasi, sequenze, etc...
In questa playlist raccolgo i film omaggiati da Scola, ordinandoli per data di distribuzione. Come…
Anche se non intendevo comprarlo, come ricordato in un post la settimana scorsa, alla fine il nuovo Mereghetti mi è stato regalato da un amico che… segue
Il film che sarà l'inizio delle difficoltà, anche e soprattutto di natura economica, di Jacques Tati è una sorta di lotta contro il tempo,quasi un Buster Keaton che non si rassegni al passaggio a un nuovo cinema. In questo resta forse il significato del flop di una pellicola girata in anni in cui il cinema veleggiava verso ben altri orizzonti. Ciò non toglie che lo…
Spesso mi domando da dove venga il mio interesse per l'architettura. Mi appassiona, mi affascina anche se i miei studi sono andati in tutt'altra direzione. Ma quando passeggio, sia da solo che con gli amici, mi scopro…
Ripley’s film colpisce ancora. Si tratta di un piacevole recupero cinefilo, l’ennesimo a portare la loro firma (da sempre sinonimo di qualità), un vero e proprio progetto denominato Omaggio a…
Un bel gruppo di "Non Profeti in Patria", si direbbe. C'è Samuel Fuller, che si ritrova fianco a fianco con Jean-Luc Godard dopo i loro trascorsi agli albori della Nouvelle Vague (e la lista di Fuller ne porta…
Clamoroso flop, eppure unanimemente considerato dalla critica come il capolavoro di Jacques Tati. Il cinema vive di queste contraddizioni, così come di tantissime rivalutazioni postume.
Tati ha un coraggio e una sfrontatezza smisurati: ha fatto costruire appositamente un set colossale, osando una volta di più (di troppo) a proporre al pubblico la propria comicità, che…
Perchè il cinema è visione, non narrazione
qui raccolgo i film inarrivibili - delle storie che raccontano non mi interessa nulla, alle immagini che contengono non posso rinunciare!
VOTO 10/10 Quarto film di Tati, realizzato circa dieci anni dopo il precedente "Mon oncle" di cui riprende il tema dell'alienazione e della spersonalizzazione del vivere contemporaneo in un mondo ipertecnologico da incubo. E' il culmine della sua satira e di una concezione cinematografica antinarrativa, dove la comicità nasce da situazioni paradossali e da gag appena accennate, concatenate fra…
"Un altro capolavoro da un regista magistrale, e una satira troppo moderna per i tempi." Nel cinema francese e non solo, Jacques Tati ("Trafic/Monsieur Hulot nel caos del traffico" il suo terzultimo film, "Mon Oncle", "Le Vacanze di Monsieur Hulot") occupa un posto unico. Un vero indipendente, regista meticoloso, Tati è come Chaplin meglio conosciuto per il suo personaggio di Monsieur Hulot,…
Non riesco ad essere un fan di Jacques Tati, nonostante che il suo personaggio allampanato e dinoccolato mi ispiri innata simpatia. Questo Playtime è indubbiamente un film atipico: lo era nel 1967 e lo è ancora oggi a quasi 45 anni di distanza. L'impressione che mi dà, in diversi momenti della sua durata e soprattutto in quelli notturni, è quella di uno dei quadri di…
Il cinema di Jacques Tati è continuamente rivolto all’analisi di quella società dei consumi che, votandosi acriticamente al culto del possesso, ha di fatto subordinato l’uomo all'oggetto. Tati…
Appartato come Robert Bresson ma da questo lontano per diversità di temi, Jacques Tati riprende e aggiorna la comicità di Buster Keaton dal quale eredita l’impaccio fisico e la goffaggine nei confronti degli…
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Commenti (2) vedi tutti
Il grande Tati realizza forse il suo film migliore conducendo il suo M. Hulot all'inevitabile scontro con la tecnologia. Silenzio contro frastuono, stupore contro ripetitività: una critca di grande intelligenza (e di buona tecnica registica).
commento di fornaroloCompendio dell'arte cinematografica di Tati, una satira corrosiva che sfiora il grottesco, dove le gags comiche sono studiate in maniera geometrica. Grande utilizzo di campi lunghi in maniera spettacolare(quello d'apertura è esemplare). voto:10
commento di kurosawa