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Foglie al vento

Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film

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La recensione su Foglie al vento

di Furetto60
7 stelle

Premio della Giuria al Festival di Cannes, film duro ma efficace

Siamo ad Helsinki, Ansa, alias Alma Pöysti, una quarantenne schiva e silenziosa, lavora come cassiera in un supermercato. Tra i suoi compiti, anche individuare il cibo scaduto e buttarlo nei cassonetti. Una sera a causa di una meschina soffiata di una sollecita guardia giurata, viene perquisita la sua borsetta e il titolare rinviene una scatoletta di cibo andato a male e dunque destinato alla spazzatura, immediatamente la licenzia. Mentre rientra, intravede un uomo “strafatto” buttato su di una panchina, infastidito da teppisti, che vanno via dopo aver scoperto che non ha nulla. Ansa, che vive in un appartamentino piccolo ed essenziale, ha come unica compagnia la radio che ascolta in continuazione; la donna riesce a trovare un’altra occupazione, come lavapiatti, ma il giorno della paga, il suo padrone viene arrestato per spaccio di droga e lei resta senza lavoro e senza soldi; In uno squallido e fumoso karaoke bar, lei rivede il tizio di cui sopra, si chiama Holappa alias Jussi Vatanen, è un povero Cristo, solo, depresso e alcolizzato, che lavora come operaio in una fatiscente fabbrica metalmeccanica; un giorno è vittima di un incidente, si ferisce al braccio, sottoposto all’alcol test, come da prassi, risulta positivo, così anche lui viene cacciato in malo modo. I due si rivedono, lui la invita al cinema, vanno a vedere la commedia horror I morti non muoiono di Jim Jarmusch.Ansa, a fine proiezione, mentre due anonimi spettatori commentano il film con improbabili accostamenti a Bresson e Godard, gli scrive il numero di telefono su un foglietto di carta, ma non gli rivela nome o indirizzo. Holappa mette il biglietto in tasca, ma malauguratamente lo smarrisce; ma non si rassegna e va ogni sera davanti al cinema, sperando di incontrarla;fumerà tante sigarette in spasmodica attesa. Lei adotta anche un cagnolino;I due finalmente si ritrovano, provano attrazione, Ansa lo invita a cena, la situazione sembra prendere una buona piega, ma la donna si accorge che gli aperitivi che Holappa trinca disinvoltamente sono veramente troppi e allora lo rimbrotta, rivelandogli che la sua famiglia è andata in rovina, proprio a causa dell’alcolismo del padre, lui reagisce con stizza e va via. Il finale non si svela, ovviamente. Sullo sfondo una Finlandia ben diversa da quella che si è soliti immaginare, un paese in cui prosperano i contratti a zero garanzie e il precariato selvaggio. Il pluripremiato regista Aki Kaurismaki parla di questi temi, gravi e delicati, con un tocco leggero tra l’ironico e il disincantato, sono ravvisabili diverse citazioni cinefile, a titolo di doveroso tributo verso un cinema per lui fonte di ispirazione. In sottofondo le costanti e terribili notizie sulla guerra in Ucraina. Premio della Giuria al Festival di Cannes, questo film  girato tutto  in sottrazione, è algido e  tagliente, minimo e minimalista, i dialoghi pochi, ma i silenzi carichi di forza emotiva e  il messaggio viaggia ed è potente. La solitudine è una cattiva compagna di vita, o forse  un luogo dell’anima, non piacevole, anche se talvolta inevitabile, ma il caso può scompigliare le carte e rimettere tutto in gioco. Attori ispiratissimi, film coriaceo, ma efficace

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