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Slade in Flame

Regia di Richard Loncraine vedi scheda film

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La recensione su Slade in Flame

di maso
8 stelle

 

 

 

 

Strana storia quella degli Slade, ed ancor più singolare la parabola che compiono in questo film che risulterà sinistramente profetico riguardo al loro destino.

Originari di Wolverhampton gli Slade venivano dagli anni sessanta e furono ovviamente influenzati dai Beatles ma il loro massimo splendore lo troveranno nei primi anni settanta in piena era glam coniando un pop melodico condito dal graffio dell'emergente hard rock per far da base ai testi per ragazzi e la voce gracchiante di Noddy Holder.

La formula funzionò e il gruppo riscosse un notevole successo anche in America e per questo motivo decisero di realizzare una sorta di finta biografia da cui il titolo Slade in Flame, che si può intendere come gli Slade nel momento più caldo della loro carriera per cui passando dal vero alla pellicola il nome del gruppo diventa Flame ed i costumi e le chitarre sono fiammeggianti come i membri del gruppo che mantengono le loro personalità il più aderente possibile a come sono nella realtà e se la cavano egregiamente, soprattutto Holder e Lea anche perchè sono loro il cuore del gruppo e del film ma i produttori non scelsero di fare un musicarello in cui per due ore si sentono battute infantili e canzonette e si vedono fans impazziti che rincorrono i loro eroi, come sarebbe stato commercialmente strategico ma decisero di costruire il film come una sorta di Citizen Kane in chiave musicale e questo per una boy band al suo film d'esordio non sembra una buona idea, per questo molti credono che non solo il pubblico non abbia gradito il film per il suo tono cupo ma che dando questa rappresentazione amara e violenta di cosa c'è dietro il mondo dello showbusiness abbia anche intaccato l'immagine allegra della band che dopo l'uscita del film cominciò a sfilacciarsi fino allo scioglimento; se devo dare un mio giudizio credo che il gruppo avrebbe comunque subito un ovvio declino, le mode musicali cambiano di continuo e gli Slade erano un buon gruppo ma non avevano il graffio dell'originalità che ti fa durare nel tempo, il punk stava espoldendo e la rivoluzione elettronica era alle porte e non basta un film poco gradito al pubblico per spostare l'asticella.

La pellicola è quindi un singolare ottovolante in cui convivono più generi e luoghi di ispirazione e le immagini di palco non sovrastano il resto, direi proprio il contrario ed è forse per questo che il film l'ho apprezzato più di quello che pensavo ed una sequenza in particolare è motivo per me di grande fascinazione.

 

 

 

 

La genesi la si deve ad elementi biografici dei membri del gruppo prima della loro formazione ed infatti all'inizio della trama Hill e Lea suonano in un gruppo e Holder in un altro e la scena in cui quest'ultimo rimane chiuso in una bara sul palco è proprio un suo ricordo, è in questo frangente che dopo una notte di bagordi finiscono tutti in prigione e succede quell'incontro magico che fa nascere un gruppo: Lea e Holder sono come Simmons e Stanley, Lennon e McCartney, due predestinati ed in seguito ad una audizione il dinoccolato Don Powell diventa il percussionista del gruppo, il quartetto si è formato.

La prima fase del film ha un tono leggero e descrive i quattro caratteri e due coppie delineate sia nel gruppo che nel film: Holder con un fortissimo accento scottish e una licenza poetica pari a Leopardi è come detto in stretto contatto con il saggio Lea musicalmente e moralmente e le loro scene hanno un tono più profondo mentre con Hill e Powell siamo dalle parti dei Beatles in Tutti per uno con gag grossolane e superflue e festini da rockstar ma Hill vista anche la somiglianza sembra la brutta copia di George Harrison ed è lo sbeccaccione del gruppo mentre Powell da buon fricchettone pasticcione gli tiene bordone facendo il Ringo della situazione, era quindi inevitabile che si ritagliassero le parti comiche.

Il tutto però vira al drammatico con l'entrata in scena del boss mafioso Ron Harding interpretato da Johnny Shannon: ho riconosciuto subito il gangster Harry Flowers di Performance anche perchè l'attore è vestito in maniera identica e ricopre lo stesso ruolo che aveva nel cult di Roeg e Cammell di qualche anno prima, inoltre Kenneth Colley aveva una parte in quel film mentre in Slade in Flame ricopre il ruolo di un produttore musicale che prende sotto la sua ala il gruppo e si chiama Devlin come il gangster in fuga impersonato da James Fox nel film già citato per cui posso chiaramente dire sia stato di chiara ispirazione per dare una immagine di questi banditi che si muovono nell'ombra e rivendicano i diritti sulla ex band di Lea e Hill di cui erano protettori ma Holder non ci sta e da li cominceranno i problemi.

La parte centrale del film è la più macchinosa perchè se da un lato assistiamo all'ascesa dei Flame con alcune esibizioni, fra cui scelgo Summer song come mia preferita, dall'altro vediamo il crescente interesse economico che si sviluppa intorno al gruppo e che offusccherà il loro splendore rimasto ormai solo sul palco mentre dietro le quinte lo scontro fra Harding e l'impresario onesto interpretato da Tom Conti li trascina verso una rottura dovuta anche a divergenze di interessi artistici e motivazionali fra Lea e Holder che ha una grande battuta nella scena finale condita da un tocco di eccellente e genuina recitazione dopo che gli ultimi venti minuti della storia hanno preso una piega davvero inaspettata ed amara con almeno due sequenze molto forti emotivamente che non ti aspetti di vedere

in un film del genere.

 

 

Slade in Flame (1975) | FilmTV.it

Il viaggio dei Flame a Radio City con un riferimento esplicito ai Beatles

 

 

 

Il film merita le 4 stelle perchè al suo interno c'è una scena in cui i Flame concedono un'intervista ad una radio pirata in una delle Shivering Sand Forts ubicate nell'estuario del Tamigi a circa 15 km dalla terra ferma.

Queste fortezze furono costruite dagli inglesi nel 1943 come avanposti e contraeree per i raid tedeschi ma quando la guerra fini' furono in seguito utilizzate come radio pirata fino alla fine degli anni 60 e per me che soffro di submeccanofobia appaiono davvero sinistre, mi sembrano dei mostri che affiorano dall'acqua ma esercitano in me anche un certo fascino perchè è una paura che nasce dal subsconscio e non da un pericolo effettivo.

Non credo esista un altro film in cui hanno usato questa location in maniera così funzionale ma so che in altre occasioni ci hanno girato delle sequenze per altre produzioni.

 

 

 

Sixties City - Pirate Radio and Sixties Radio

The shiverig sand forts nel 1943 quando erano munite di contraeree

 

How Pirate Radio Ships Paved the Way for Britain's Rock 'n' Roll ...

Una delle fortezze alla fine degli anni 60 adibita a stazione radio

 

Le fortezze ai tempi delle riprese

 

Whitstable Sea Forts

Le fortezze oggi mi appaiono come dei mostri marini e non residuati bellici,

si nota come la forza del mare abbia divelto le passerelle che le collegavano

e la ruggine abbia avvolto le sommità, nonostante cio' sono ancora piantate in

quei 6 metri di fondale nelle shivering sands - sabbie mobili, proprio al centro 

dell'estuario del Tamigi.

 

 

 

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