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L'ultima orgia del Terzo Reich

Regia di Cesare Canevari vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'ultima orgia del Terzo Reich

di undying
5 stelle

Impressionante eros svastika che può contare su una valida regia e sulla presenza di una bellissima Daniela Poggi, costretta a interpretare il ruolo di innocente prigioniera.

 

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Konrad (Adriano Micatoni) è stato uno spietato comandante delle SS ma, a termine del conflitto, al processo per crimini di guerra viene trattato con inattesa compiacenza e non ritenuto responsabile delle atrocità commesse in un lager, il Lieben Camp, sorta di bordello istituito sfruttando le detenute ebree come "donne di piacere" per i soldati tedeschi. Il comandante si ritrova nel lager abbandonato, dietro appuntamento con Lise (Daniela Poggi) una ex detenuta sopravvissuta allo sterminio. La ragazza ha uno scopo preciso, nel raggiungimento del quale viene data informazione tramite flash back: Lise nel campo giunse il 27 Luglio del 1943 e, gradualmente, venne presa di mira proprio da Konrad e dall'altrettanto feroce Kapò Dagmar (Maristella Greco). In particolare Konrad, impressionato dal fatto che la ragazza non dimostrava timore di morire, prima di farne la compagna di perversi giochi di sesso, la sottoponeva a sevizie psico fisiche con tasso di violenza progressivamente in crescita ...

 

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L'ultima orgia del Terzo Reich: Daniela Poggi 

 

"Quando il superuomo vuole divertirsi deve farlo anche a costo della vita altrui": questa l'aberrante frase con cui si apre L'ultima orgia del Terzo Reich. Pur attribuita a Nietzsche, in realtà si tratta di un apocrifo creato ad arte per la pellicola. 

 

Dal processo -fuori campo- di inizio film. Testimonianza di un sergente del campo alla domanda: "Quante donne vennero deportate nel lager?"

"4.786. Ne vennero assassinate 3.972 e ne morirono 228 per eventi naturali. Gli atti di eliminazione venivano firmati dal comandante Konrad von Starker". 

 

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L'ultima orgia del Terzo Reich: Daniela Poggi 

 

Canevari dirige con certo talento un film dal budget irrisorio, con scene girate nei pressi del Lago di Iseo ed interni in una fornace abbandonata. Per ovviare al problema economico ricorre ad un tipo di narrazione "suggerita" come -può essere da esempio- il processo iniziale rivisitato nella memoria dell'ex comandante mentre, in auto, si reca all'appuntamento. Il canovaccio è tipico del genere e i rimandi a Salon Kitty sono di contesto, più che ricercati, infatti (testuali parole del regista) "...ho copiato un scena esplicitamente nella lunga sequenza di sesso sul lettone ripresa pari pari da A Venezia... un dicembre rosso shocking".

 

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L'ultima orgia del Terzo Reich: fotobusta edizione estera (Spagna)

 

La violenza fisica è qui (fortunatamente) poco ricercata mentre impressionante appare il lavoro "progressivo" sul predominio mentale avanzato nei confronti della povera Lise (una Daniela Poggi d'una bellezza unica); oltre a renderla partecipe di dialoghi conditi da insano antisemitismo, la protagonista è costretta a recitare pressochè nuda, in situazioni di estrema bruttura: fustigata  a sangue mentre un secondino "la monta" o, immagine icona del film, quando, legata a testa in basso, viene messa a contatto con ratti famelici. Certo, altro livello il film poteva raggiungere se in sceneggiatura non avessero calcato troppo la mano, evitando magari di concepire il banchetto antropofago e la susseguente gratuita scena della donna cotta (con cognac!) in pentola. Perchè tra le altre cose a funzionare qui, oltre ad una bella fotografia e alla colonna sonora di Alberto Baldan Bembo, è pure Daniela Poggi che (al debutto cinematografico e indimenticabile quando pratica una fellatio alla canna della pistola del comandante) già rivela non solo un fisico da urlo, ma anche una certa immedesimazione, che qui tradisce evidente disgusto per quanto fattole interpretare.

 

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L'ultima orgia del Terzo Reich: la famigerata scena del pasto cannibalico 

 

Citazione 

Per introdurre l'allucinante banchetto antropofago, un cinico ufficiale -interpretato sopra le righe da Renato Paracchi- si lascia andare a queste spietate riflessioni:

"Se Dio ha creato la gramigna, l'ortica, gli scarafaggi, le mosche... se ha creato gli ebrei: tutti questi esseri devono pur servire a qualche cosa. Tutto nel creato ha una finalità. (...) Quando la Germania avrà ottenuto il completo dominio del nostro Pianeta potrà finalmente imporre tutte le regole di un mondo migliore, di pace. Un mondo in cui la razza ariana potrà moltiplicarsi stupendamente e in fretta. E con ciò, prima o poi, avremo dei problemi. I lavori umili per esempio, quelli per cui sprecare l'intelligenza di un ariano sarebbe un sacrilegio. Quelli per cui è necessario solo la forza di una bestia umana, come per zappare la terra, scaricare una nave... e inoltre il problema del cibo. Già adesso, nel 1943, ne consumiamo più di quanto ne venga prodotto. Ora, provate a immaginare se le famiglie ebree vengono confinate in grandi fattorie a coltivare le terre meno generose. Dieci soldati armati sarebbero sufficienti in questi campi modello a tenere a bada cinquecento ebrei. Mobilitare dieci persone e ottenere il lavoro di cinquecento. (...) Il contatto con la natura farebbe crescere gli ebrei sani, senza malattie: idonei per una... seconda funzione. Di recupero. Per un secondo modo in cui potrebbero servire la nostra razza. (...) Arrivati ad una certa età, gli ebrei adulti, sani, verrebbero avviati in moderni istituti di... macellazione e trasformati così in sane, gustose e nutrienti bistecche".

 

Curiosità 

Antiniska Nemour, telefonista nel televisivo Portobello diretto da Enzo Tortora e più celebre -come attrice- nel ruolo della La sposina, non è qui alla sua prima esperienza nazi. Già si era intravista nel pasoliniano Salò o le 120 giornate di Sodoma, nel quale interpreta una delle vittime sacrificali. La stessa Antiniska raccontava - a proposito del film di Pasolini - a Paola Zanuttin, nel settembre 2005:  "Sembrava di vivere un'altra realtà e, a furia di vedere cose tanto estreme e strazianti, da parte nostra cresceva una forma di esaltazione". 

In quella stessa dichiarazione, pubblicata su Venerdì di Repubblica, l'attrice ricorda poi come, nella scena di coprofagia (in realtà girata facendo uso di cioccolata e canditi) una delle vittime rimise veramente, vomitando.

 

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L'ultima orgia del Terzo Reich: Daniela Poggi 

 

Versione hard-core e censura a dissolvenza 
La fastidiosa censura "a dissolvenza", ovvero provocata con oscuramento durante le scene più esplicite, non è stata voluta né gestita, a suo dire, dal regista. Pare invece che sia colpa di un distributore che si sarebbe appropriato dei negativi del film. Canevari inoltre ammette che sono state girate scene hard (porno in senso stretto) per una versione destinata al mercato tedesco che, sempre a suo dire, nessuno - nemmeno lui - è mai riuscito a vedere. 
Il titolo italiano è delirante, ma nulla a confronto con quello approntato per l'edizione americana, che suona così: Caligula reincarned as Hitler.

 

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