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Bangkok Dangerous. Il codice dell'assassino

Regia di Oxide Pang Chun, Danny Pang vedi scheda film

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La recensione su Bangkok Dangerous. Il codice dell'assassino

di Stuntman Miglio
4 stelle

Brutta moda, quella specialmente americana, di voler rifare a tutti i costi alcuni successi del cinema orientale. La pratica, da qualche anno a questa parte, spopola fra i generi horror ed action dove i cineasti del sol levante sono particolaramente prolifici. Questo "Bangkok Dangerous" è appunto l' ennesimo capitolo di questa tendenza ed è l' ulteriore riprova di una povertà d' idee preoccupante, non solo nello scrivere materiale nuovo ma anche nello scelta di quello da rielaborare. Voglio dire, ci sarà stato materiale da remake ben più interessante dell' omonimo film diretto dagli stessi Pang nel 99 ?? Io penso di sì ma Nicolas Cage e la casa di produzione non devono essere stati d'accordo. Il risultato vede le prevedibili e poco mirabolanti gesta di uno spietato killer professionista in trasferta thailandese. Quattro contratti da portare a termine  in una nazione caotica e corrotta prima di potersi ritirare. Nel mezzo : l' amicizia con un giovane tirapiedi al quale potrebbe insegnare il mestiere e l' amore impossibile con una farmacista sordomuta. Un insieme di situazioni piuttosto abusate e stereotipate che rimandono a pellicole come "Leon", "Professione assassino", "Collateral", "Assassins" e tanti altri senza tralasciare immancabili virtuosismi alla John Woo (ma quello più elementare) nelle coreografie "balistiche". Qualcosina qua e là sarebbe stata anche interessante ma lo spessore dei personaggi e l' incorciarsi delle loro vicende è ridotto all' osso a (s)vantaggio di un ritmo tutt' altro che travolgente. Rimangono un' ambientazione potenzialmente interessante (usata a proposito solo nella sequenza del mercato galleggiante) e la prova del protagonista che, ridicolo parrucchino a parte, non si può dire che non sia funzionale al ruolo : poche battute, qualche stunt ed una faccia da cane bastonato che lo accompagna dall' inizio alla fine. Il buon Nicolas ci prova e ci riprova ma continua a latitare quella buona dose di autoironia che lo rese memorabile in lavori come "Face off" e "Con Air".

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