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Un mostro a Parigi

Regia di Bibo Bergeron vedi scheda film

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La recensione su Un mostro a Parigi

di Lina
7 stelle

Ma che carino questo film d'animazione francese! Non sarà Disney, Dreamworks o Warner Bros, ma per una volta possiamo fare a meno del solito blockbuster hollywoodiano per imparare ad apprezzare anche i piccoli ed anonimi capolavori europei realizzati con la tecnica della stop motion.

 

"Un mostro a Parigi" infatti non gode di una grande popolarità a livello mondiale (qui da noi è addirittura uscito in ritardo di un anno) e forse non diventerà mai un cult, ma questo sicuramente non rappresenta un male per chi si è stufato di vedere sempre le solite americanate e cerca qualcosa di diverso.

In questo caso assistiamo ad una storiella romantico-fantastica semplice semplice, che pur non mirando a raggiungere vette alte (anche se avrebbe potuto se solo avesse osato di più), riesce ad intrattenere e a conquistare il pubblico, grazie a degli spunti simpatici e grazie alle sue piacevoli e suggestionanti atmosfere parigine onnipresenti.

 

La grafica non sarà di serie A, ma ha un suo fascino ed i disegni dei personaggi sono certamente simili ai personaggi reali a cui si ispirano. Lucille, la protagonista femminile che fa la cantante di Cabaret, inizialmente può sembrare snob e smorfiosa con quel suo accento francese e quell’aria da prima donna, ma si finisce col prenderla in simpatia non appena la si vede fare amicizia con il mostro di Parigi che tutti temono e che in realtà non è altri che una pulce che è stata ingigantita per errore a grandezza d’uomo, durante un esperimento. Questo nuovo strano essere però, non si rifà al personaggio del Dottor Jekyll e Mr Hide come succede solitamente nelle storie di questo genere, anzi, è fin troppo innocente, innocuo e dolce ed inizia sin da subito ad ispirare una così gran tenerezza, che non si riesce proprio a fare a meno di fare il tifo per lui in ogni momento e situazione.

 

Il feeling che nasce tra lui e Lucille, con la quale comincia ad esibirsi la sera in un locale ottenendo successo e consensi, è probabilmente il punto di forza del film. Lucille infatti è la prima a simpatizzare con lui, proteggendolo senza esserne spaventata. Addirittura lo battezza col nome di Francœr e gli trova un travestimento idoneo a farlo sembrare abbastanza umano, un travestimento che con tanto di cappello e mascherina, rievoca molto sia il Fantasma dell’opera che Fantomas.

 

Garbato e (volendo) un tantino commovente l’epilogo a sorpresa e la trama, pur non essendo del tutto estranea a qualche momento di noia e pur non sfruttando sempre al massimo le idee e quel sapore antico che confeziona con decenza il tutto, appassiona e coinvolge quanto basta grazie ad una formula che mescola discretamente gli elementi di cui è fatta: ironia, romanticismo, malinconia e fantascienza. Naturalmente risulta piacevolissima e di grande impatto ed influenza la colonna sonora qui da noi cantata da Raf ed Arisa, anche se personalmente preferisco quella originale cantata dalla sensuale e calda voce di Matthieu Chedid (noto musicista francese) e dall'angelica e cristallina voce di Vanessa Paradis (ex di Johnny Depp e nota attrice e cantante francese), che esile e leggiadra come una fatina, incarna alla perfezione, seppur virtualmente, il ruolo di Lucille.

 

“La Seine” è il pezzo musicale di spicco e propone un delizioso ed irresistibile duetto con tanto di danza cabarettistica.  

 

Paris est sous

la Seine, la Seine, la Seine

Je ne sais, ne sais,

ne sais pas pourquoi

on s'aime comme ça,

la Seine et moi

je ne sais, ne sais,

ne sais pas pourquoi

on s'aime comme ça

la seine et moi

 

Bibo Bergeron

 

Ha fatto un lavoro alquanto discreto e forse dovrebbe dedicarsi più a dirigere prodotti europei che i soliti americani come "Shark tale".

 

La colonna sonora

 

Deliziosa.

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