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Suspicious minds

Regia di Emiliano Corapi vedi scheda film

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La recensione su Suspicious minds

di pazuzu
6 stelle

Sebbene funzioni sotto il piano del ritmo e della caratterizzazione dei personaggi (attendibili, umani e tridimensionali), quel che funziona meno, e che inevitabilmente porta a rivedere al ribasso il giudizio, è la presenza, tra i ghirigori di sceneggiatura, di (almeno) una forzatura un po' troppo grande che fa vacillare l'intero castello di carte.

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Nello stesso momento, in due taxi diversi, due coppie appena giunte a Roma si spostano verso lo stesso hotel. Daniele e Giulia vengono da Como, hanno circa vent'anni e la loro gioventù è la stessa del loro rapporto: lo vivono come qualcosa di incredibile, e ogni confronto con la gente che gli ruota attorno li porta a ritenersi più belli e più fortunati. Fabrizio e Emilie vengono dall'Olanda, paese di lei, e di anni ne hanno almeno il doppio: sono coppia da venti, quindi fisiologicamente meno entusiasti, e sono al primo viaggio da soli da quando i figli hanno raggiunto un'età che gli permette di poterli lasciare a casa.

Suspicious Minds di Emiliano Corapi parte da un'idea dai potenziali sviluppi interessanti: inserire nei percorsi autonomi di due coppie un evento fortuito che le porta a incrociarsi casualmente, e poi vedere l'effetto che fa.

 

 

L'evento casuale che cambia le carte in tavola, è il guasto di un ascensore che, appena arrivati in albergo, tiene bloccati per un'ora e mezza Giulia e Fabrizio (la ragazza della prima coppia e il padre di famiglia della seconda). Non appena i due vengono liberati, tutto sembra tornare alla normalità. Se non fosse che il sospetto prende pian piano piede nei rispettivi partner, attivando dinamiche totalmente diverse che hanno a che fare con le età degli interessati, con i loro caratteri, e con l'affiatamento delle coppie stesse. Entrare ulteriormente in dettagli serve a poco, se non a rovinare le sorprese che movimentano un film che si autodefinisce 'dramedy' e che di fatto si lascia seguire.

 

 

Se c'è un dato importante, però, è che un film di questo tipo, per una riuscita totale, difficilmente può prescindere da una sceneggiatura perfetta, cosa di cui però questo film non dispone. Perché sebbene funzioni sotto il piano del ritmo e della caratterizzazione dei personaggi (attendibili, umani e tridimensionali), quel che funziona meno, e che inevitabilmente porta a rivedere al ribasso un giudizio altrimenti più convintamente positivo, è la presenza, tra i ghirigori di sceneggiatura, di (almeno) una forzatura un po' troppo grande che fa vacillare di brutto l'intero castello di carte, ovvero (senza cadere in spoiler) di una scelta che una delle parti in commedia fa e che - tornandoci su a cose fatte - risulta estremamente difficile da comprendere e accettare. L'abilità nel centellinare le informazioni e la scelta programmatica di fornire i dettagli a piccole dosi (gli eventi accaduti nell'ora e mezza di black out dell'ascensore sono raccontati un pezzetto alla volta) aiutano se non altro a rendere la magagna meno evidente. Ma tant'è.

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