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Twister

Regia di Jan De Bont vedi scheda film

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La recensione su Twister

di SatanettoReDelCinema
4 stelle

Dall'olandese Jan de Bont, un film invecchiato maluccio al di là dei suoi effetti visivi da capogiro.

Tra le tante cose bruttarelle e discutibili che hanno iniziato ad andare di moda dagli anni '90 figurano indubbiamente i film sulle catastrofi naturali, una serie di prodotti per lo più destinati ad essere ricordati per i roboanti effetti visivi che per altro e che, pertanto, tendono ad invecchiare troppo velocemente. Tra i "classici" di questo genere particolare, se si escludono TitanicL'inferno di cristallo e pochi altri esempi, sono per lo più dei "classici abbagli", glorificati per qualche anno al punto di diventare dei cult ma oggettivamente prodotti mediocri.

In cima a tali prodotti mediocri, quello che figura maggiormente per la sua sopravvalutazione è Twister, filmetto del 1996 diretto dal venditore di fumo olandese Jan de Bont, autore di un classicone adrenalinico (Speed del '94) e ben poco altro di buono.

Con Twister il fenomeno naturale protagonista diventa il tornado, la buona vecchia bastardona della tromba d'aria che viene resa con effetti speciali decisamente all'altezza ma non contornata da una storia che sia altrettanto valida.

La storia di Twister è, difatti, un polpettone romantico scontatissimo, nella cui prima metà non si vedono altro che scaramucce e minchiate varie con ben pochi tifoni, i quali sopraggiungono prepotentemente nella seconda metà di pellicola.

Gli attori, tra i quali figurano futuri Premi Oscar del calibro di Helen Hunt e Philip Seymour Hoffman, se la cavano come possono, a volte con enfasi pure eccessiva in momenti in cui non è assolutamente necessaria, ma possono fare ben poco con un copione del genere.

Tra una stupidaggine goffa, un'insensatezza, un litigio amoroso della serie "in realtà ti rivoglio tanto-tanto-tanto-tanto", altre stupidaggini goffe, altri litigi amorosi ed una colonna sonora che per taluni versi sembra uscita fuori dagli scarti di John Williams per la serie Indiana Jones i cicloni si confermano unico vero motivo di interesse per un film che magari non è invecchiato peggio di altri film dei gloriosi '80-'90 da me già recensiti (esempio stupido: Top Gun, esempio "stupido" in tutti i sensi) ma che è ben lontano dal non portare su di sè i segni inconvertibili del tempo.

 

Voto: 4,5/10.

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