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Colpo di fulmine

Regia di Marco Risi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Colpo di fulmine

di Lina
3 stelle

Film assurdo in cui è difficile comprendere dove sia la commedia o cosa dovrebbe divertire.

Forse Silvia, una donna che stufa della routine con il compagno Carlo, gli propone un ménage à trois per ravvivare il rapporto? Iniziativa che poi fallisce, perché lui non se la sente di andare fino in fondo e allora parte per Venezia, dove si innamora di Giulia, la figlia undicenne di un suo caro amico.

 

Vaghi e scottanti accenni alla pedofilia e al complesso di Elettra sarebbero davvero argomenti su cui ridere o prendere alla leggera? Semmai, quest’opera di Marco Risi è un dramma psicologico irrisolto, delicato e stantio, piuttosto mal-sceneggiato, ma con un lato introspettivo che suscita un bizzarro interesse.

 

Innamorarsi, seppure platonicamente, di una ragazzina che ancora non può sapere veramente cosa sia l’amore, denota una personalità disturbata.

Passi che lei si prenda una cotta innocente per lui – è comune tra le adolescenti infatuarsi di uomini più grandi quali professori, amici di famiglia ecc. perché ancora non distinguono l’ammirazione dall’amore – ma un adulto che ha già esperienza e consapevolezza da anni e anni dei meccanismi innescati dai sentimenti, non ha nessuna giustificazione se non quella di necessitare di tanta psicanalisi.

 

Il personaggio di Carlo è un bambinone di per se stesso mai cresciuto, con cui non è possibile entrare in empatia. È ridicolo e insopportabile su tutti i fronti. Se poi viene interpretato da un attore insulso come Jerry Calà, si arriva all’apoteosi dell’antipatia. Inespressivo e pessimo a recitare come sempre. Come sia riuscito a fare carriera e a essere ingaggiato in numerosi film a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90 è un mistero.

 

Molto più brava di lui e gradevole si rivela l'allor giovanissima Bettina Giovannini nel ruolo di Giulia, ragazzina dalla mente precoce, che parla e si esprime spesso come un’adulta.

 

I suoi dialoghi con Carlo sono patetici e la scena sulla gondola, in cui entrambi confessano l’uno all’altra i propri sentimenti, è scabrosa e sconveniente.

Per non parlare di quella in cui lui ne discute apertamente e senza alcuna vergogna anche con il padre di lei, Massimo – ben interpretato da Ricky Tognazzi.

 

Apprezzabile soltanto il finale in cui Carlo fa in modo che Giulia si disaffezioni disprezzandolo e tornando a frequentare i coetanei. È l’unico momento in tutta la pellicola in cui dimostri un briciolo di maturità e dignità.

 

Nel complesso è un film anche sconclusionato, in cui non ci sono approfonimenti sulle tematiche toccate. Resta tutto un po' in superficie, con una trama fine a se stessa.

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