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I morti non muoiono

Regia di Jim Jarmusch vedi scheda film

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La recensione su I morti non muoiono

di supadany
6 stelle

Il mondo attuale è particolarmente strano. Nonostante i presagi avversi siano captabili da chiunque, la routine quotidiana procede come se niente fosse, schizofrenica e sedimentata su un tunnel stretto, con spazi ormai troppo angusti per imbastire un qualsiasi tentativo d’inversione di marcia. Contestualmente, c’è una sparuta minoranza che percepisce una sensazione forte e inspiegabile di un’imminente apocalisse, ma ha già chiaro il copione di quanto accadrà ed è conscia di non poter andare oltre una gloriosa uscita di scena.

Rivisitando il sovraffollato filone degli zombie movies, Jim Jarmusch allestisce una partitura dall’approdo gemmeo, arrivandoci dopo aver cincischiato disperdendo energia tra incursioni gustose, cliché comprovati e passaggi superflui.

Nella placida cittadina di Centerville succedono fatti strani, proprio mentre in televisione gli scienziati avvertono la popolazione di un probabile e imminente pericolo per il pianeta. Così, le giornate si allungano oltre ogni ragione e l’esperto commissario di polizia Cliff Robertson (Bill Murray) non crede ai suoi occhi, mentre il suo giovane collega Ronald Peterson (Adam Driver) avverte un pessimo presentimento.

Nel giro di poche ore, la cittadina sarà invasa dai non morti e gli abitanti cercheranno di opporre resistenza. La misteriosa Zelda Winston (Tilda Swinton) è perfettamente a suo agio, Bobby Wiggins (Caleb Landry Jones) e Hank Thompson (Danny Glover) sono disperatamente barricati in un negozio, Miller (Steve Buscemi) è pronto a sparare a qualsiasi cosa si muova all’interno della sua proprietà e Bob (Tom Waits) osserva quanto sta accadendo da quel bosco che ha scelto come casa.

Bill Murray, Chloë Sevigny, Adam Driver

I morti non muoiono (2019): Bill Murray, Chloë Sevigny, Adam Driver

 

Dopo la decadenza umana rappresentata in chiave vampiresca in Solo gli amanti sopravvivono, Jim Jarmusch passa agli zombie, optando per un low profile, tra motivi ricorrenti, citazioni cinefile e richiami musicali, non solo in note (Iggy Pop in versione zombie, è impagabile).  

In questa circostanza, predilige una predisposizione allargata, con una fioritura di personaggi, alcuni dei quali lasciati a un destino marginale (con uscite di scena in disparte o appena accennate), e una cottura a fuoco lento, perfettamente nelle corde autoctone dell’autore.

Tuttavia, lo svolgimento è intermittente, i segnali sono molteplici ma interrotti e ripresi ripetutamente, facendo prevalere un collage di caratteri stravaganti o estroversi, tra cavernicoli e suprematisti bianchi, hipster e nerd, affidati a un cast torrenziale, con interpreti che, nella maggior parte dei casi, con l’autore statunitense sono di casa.

Così, spiccano l’imperturbabilità di Bill Murray, il self control di Adam Driver, un’alienata Tilda Swinton, un insolitamente dimesso Caleb Landry Jones, un selvatico Tom Waits, l’egoismo bianco incarnato da Steve Buscemi e gli occhi strabuzzati dall’incredulità di Chloë Sevigny, protagonisti di una metrica disomogenea, con sottolineature bizzarre, pillole sfiziose e spazi (non) morti.

Caleb Landry Jones, Danny Glover

I morti non muoiono (2019): Caleb Landry Jones, Danny Glover

 

Un viatico dissonante condito da un’inappellabile sentenza finale, che spegne ogni forma di ego, una svolta lapidaria che resetta in un colpo solo un percorso interlocutorio, ridondante e diroccato, con allusioni e appunti sventagliati tagliando ogni ipotetico timing tradizionale e illudendo chi cerca le risposte più scontate (talvolta eccedendo) e chi ragiona come un disco rotto.   

Un Jarmusch minore, sbilenco e asincrono, tra luci e ombre.   

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