Regia di Lina Wertmüller vedi scheda film
Una cartolina della Pozzuoli degli anni trenta, di una famiglia medio-borghese che cresce, si affaccia alla modernità e viene investita da una supposizione maligna che porta tumulto ma non danneggia l’amore trentennale tra Rosa e Peppino. Lina Wertmüller utilizza il suo inconfondibile occhio filmico, lento e dettagliato, per immergersi nel weekend (lungo) di una famiglia napoletana. Tratto dall’omonima commedia di Eduardo De Filippo, il film fu inizialmente trasmesso in versione televisiva e, solo successivamente, venne diffuso l’adattamento cinematografico. Un film che rappresenta uno stralcio di vita partenopea tra il rito sacro della preparazione del famoso ragù di lenta cottura (per fare un buon ragù napoletano bisogna non solo usare i giusti ingredienti ma anche sottoporlo alla giusta cottura che, a fuoco lento, fa “pippiare” il sugo per almeno dieci ore) e il consueto pranzo domenicale in famiglia allargata. Ma un atroce e martellante sospetto si installa nella mente di Don Peppino Priore, che si crede tradito da sua moglie Rosa e dal professore Iannello, rovina il pranzo e sfiora la tragedia ma poi tutto torna meglio di prima. Inquadrature ad arte, colori pastello e aria da cartolina, interpretazioni magistrali, Sophia Loren su tutti, eccelle e affascina. Bravissimi Luca De Filippo (figlio di Eduardo) e Luciano De Crescenzo, adoro il suo modo di filosofare e di parlare. Menzione speciale per la favolosa Pupella Maggio, pensata come protagonista dal grande Eduardo e qui rilegata nel ruolo di zia Meme’ (perché l’età non consentiva altrimenti) che interpreta con fervore. Non lo vedevo da anni ma quest’ultima visione mi ha ricordato perché mi piace tanto: perché disegna un popolo con passione e rispetto, con entusiasmo e ammirazione. Poetico.
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