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E la festa continua!

Regia di Robert Guédiguian vedi scheda film

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La recensione su E la festa continua!

di maghella
6 stelle

Il 5 novembre del 2018, a Marsiglia in Rue D’Aubagne, crolla un edificio fatiscente, muoiono sotto le macerie 8 persone (anche una ragazza italiana). L’incipit del film è proprio l’istante esatto in cui si compie la tragedia: alle spalle del busto di Omero che capeggia su una colonna della piazzetta, si sbriciola la palazzina; la tragedia causa una vera e propria protesta popolare per le cattive condizioni in cui molti degli edifici versano nel centro storico di Marsiglia. A distanza di qualche anno il vuoto lasciato dalla palazzina è diventato un luogo spettrale che testimonia la fine disastrosa di tutto un tessuto sociale che non riesce a convivere con i nuovi ritmi urbani.

Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin

E la festa continua! (2023): Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin

Rosa (Ariane Ascaride) è la protagonista di questa storia, una madre di famiglia, infermiera nell’ospedale della sua città, a cui mancano pochi mesi per andare in pensione. La sua vita è stata caratterizzata dalla passione per la politica: attivista convinta, cerca di mettere in piedi una coalizione di sinistra da poter presentare alle imminenti elezioni politiche. Le giornate di Rosa sono impegnatissime tra lavoro, lunghe riunioni politiche e la sua famiglia di origini armene. Quando il figlio Sarkis (Robinson Stévenin) porta in casa a far conoscere la sua nuova fidanzata Alice (Lola Naymark), gli equilibri di Rosa vengono in qualche modo destabilizzati. Alice, è una giovane attrice impegnata nel sociale, soprattutto per la riqualificazione del quartiere di D’Aubagne così duramente provato dal crollo del palazzo, cerca in qualche modo di trovare una sua identità rendendosi utile per gli altri. 

Il carattere di Alice è indipendente, anche un po’ distaccato, soprattutto con il padre Henri (Jean-Pierre Darroussin), che cerca di recuperare con lei un rapporto che negli anni non è mai stato troppo stretto.

Questa difficoltà nel cercare di trovare un nuovo dialogo con la figlia, lo porta ad incontrare sempre di più Rosa. I 2 iniziano a piacersi e poi ad innamorarsi. Rosa entra in crisi e sarà proprio la voglia di ricominciare una nuova vita insieme ad Henri, sgombra dai condizionamenti di sempre, a farle prendere coscienza che è lei la persona adatta a presentarsi per le nuove elezioni. 

Quando si va a vedere un nuovo film di Robert Guédiguian, si ha sempre l’impressione di vederne uno vecchio. Sempre (o quasi sempre) i soliti luoghi, sempre (o quasi sempre) i soliti attori. Questo è il suo marchio di riconoscimento, che gli permette di poter continuare con i suoi spettatori un dialogo nel tempo. L’amore per il suo paese, la voglia di riscatto sociale per i più fragili sono il suo punto di forza per dei film impegnati, sì, ma caratterizzati da un linguaggio leggero. Purtroppo lo spirito da “commedia impegnata” - passatemi il termine - viene tradito da alcuni passaggi troppo enfatici, proprio lì dove si dovrebbe lasciare lo spazio ad un sorriso amaro piuttosto che ad una commozione improvvisa. La famiglia di Rosa è quella cinematografica del regista. Guédiguian si circonda dei suoi fidati attori di sempre, per raccontare quello che da sempre gli sta a cuore, forse è questa sicurezza narrativa a farlo scivolare in alcuni passaggi verso delle “banalità” che potevano essere facilmente evitate. 

Ad un certo punto (che poi sarebbe dovuto essere un punto cruciale nel racconto dei fatti), Alice mette in scena una recita per inaugurare il nuovo nome della piazza dove avvenne la tragedia del crollo: Piazza 5 novembre. La scena sarebbe dovuta essere un coro di voci, che avrebbero unito (in modo simbolico naturalmente) anche i rapporti tra i personaggi. Purtroppo il valore narrativo di questa scena (ma anche di altre) rimane sospeso per via di un tono troppo retorico al messaggio finale. 

Ho apprezzato molto, anzi moltissimo, la scelta di rendere il luogo del crollo il vero protagonista della storia. Se il regista ha un pregio è proprio quello di riuscire a mettere lo spettatore a proprio agio con dei luoghi che diventano  universali in un immaginario collettivo: il mare di Marsiglia potrebbe essere tranquillamente quello di Napoli, o di Algeri o di Rodi, l’orizzonte al quale i personaggi volgono lo sguardo per trovare le risposte alle loro domande è identico in qualsiasi parte del mondo.

Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin

E la festa continua! (2023): Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin

 

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