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La mia vita fino ad oggi

Regia di Hugh Hudson vedi scheda film

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George Smiley

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La recensione su La mia vita fino ad oggi

di George Smiley
7 stelle

Incredibilmente, esageratamente, esecrabilmente sottovalutato. FilmTv sarà anche il miglior sito di cinema italiano ma guardando il voto medio di certi film viene da pensare che a volte prenda delle sonorissime cantonate. La mia curiosità per questo misconosciuto lungometraggio di Hugh Hudson è nata qualche mese fa, avendo trovato per puro caso il trailer originale su youtube e avendo letto trama e nomi degli attori coinvolti, ma nell'immediato è stata frenata dal giudizio glaciale dei votanti qui sul sito e dall'assenza di qualsiasi recensione altrove. Insomma, un film fantasma...fino a Luglio, quando in un'afosa giornata di studi nel bel mezzo di una pausa lo pescai in televisione e, attirato, ne vidi circa tre quarti. Stasera l'ho rivisto per intero, confermando l'impressione che ne ebbi nell'immediato: una splendida, piccola gemma nascosta sotto tre metri di fango. Intendiamoci, niente di eccezionale, ma il solo fatto che fosse così sottovalutato me lo ha reso simpatico a prescindere e unendo tutto ciò ad un giudizio più oggettivo posso senza dubbio affermare che è valsa la pena di recuperare questo piccolo film, davvero bello e simpatico nel suo genere.

Robert Norman, Colin Firth, Mary Elizabeth Mastrantonio

La mia vita fino ad oggi (1999): Robert Norman, Colin Firth, Mary Elizabeth Mastrantonio

La trama è basata sulle memorie di Sir John Denis Forman, pioniere delle televisione britannica nato in Scozia nel 1917 e morto nel 2013, intitolate "Son of Adam", e consiste nel racconto in prima persona della sua infanzia a Kiloran House nel primo dopoguerra. Hudson con il pretesto del film biografico ci mostra così la vita tipica di una famiglia scozzese benestante nella prima metà del secolo, descrivendone le abitudini e gli usi, facendoci conoscere i vari personaggi della famiglia e non, ognuno splendidamente caratterizzato e interpretato da un gruppo di attori in forma smagliante, e rendendoci partecipi della ingenua curiosità e dell'esuberanza del piccolo Fraser Pettigrew (pseudonimo di Denis Forman), nel pieno fermento dei suoi dieci anni e stimolato dalla ventata di novità portata da Heloise, la giovane fidanzata dello zio Morris. Questo microcosmo felice e apparentemente fuori dal tempo e dallo spazio, incastonato nei paesaggi mozzafiato della Scozia, viene infatti turbato dall'arrivo del suddetto zio Morris, l'uomo d'affari della famiglia, e della sua futura moglie, giovane e bella e per di più francese. Più di tutti ad esserne colpito è proprio Fraser, affascinato dal modo di fare spigliato e dal successo di suo zio e dalla bellezza di Heloise e improvvisamente in difficoltà nel rapporto con suo padre, uomo semplice e timorato di Dio nonché sognatore ancorato agli affetti familiari e alla vecchia dimora nelle Highlands, a differenza della scaltrezza senza scrupoli e alla superiore cultura del raffinato cognato. Ma il loro rapporto non sarà l'unico a vacillare a causa della loro presenza. Fraser inizia così ad entrare nella pubertà e, trovata la collezione di libri apppartenuta a suo nonno nell'attico, comincia a scoprire sessualità e cultura, arte e frivolezze e si appassiona alla musica jazz incoraggiato da Heloise, mentre tutto cambia silenziosamente nella vasta tenuta...

Hugh Hudson dipinge così un delicato quadretto familiare, l'affresco di un'epoca ormai tramontata da un pezzo con tutte le sue contraddizioni e peculiarità, popolando il quadro di personaggi indimenticabili e autentici, aiutato da un cast come già detto in stato di grazia (Colin Firth, Mary Elizabeth Mastrantonio, Rosemary Harris, Malcolm McDowell, Irène Jacob e il giovane Robert Norman). Completano la cornice le semplici e raffinate composizioni di Howard Blake (già conosciuto per l'essenziale colonna sonora de "I Duellanti" di Ridley Scott) e la fotografia esemplare di Bernard Lutic, efficace nel riprendere le nebbie e i colori soffusi delle alture scozzesi, le quali si prestano a comporre immagini splendide che si sposano felicemente con la regia di Hudson nella ricerca continua dell'atmosfera perfetta. Ovviamente alla sua uscita al cinema, nonostante i pareri positivi, è passato praticamente sotto silenzio.

Assolutamente consigliato

locandina

La mia vita fino ad oggi (1999): locandina

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