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Roberto Succo

Regia di Cédric Kahn vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Roberto Succo

di hallorann
4 stelle

Costa Azzurra, anni ottanta: in una discoteca sulla spiaggia Lea conosce Kurt un giovanotto dagli occhi chiari e dal carattere strano e spigoloso che dice di essere inglese poi di origine italiana, agli appuntamenti con la ragazza si presenta sempre con un auto diversa. Terminata l’estate, i due si incontrano una volta alla settimana ad Annecy dove vive lei, intanto proprio in quella zona, l’Alta Savoia, il poliziotto Thomas indaga su una serie di sequestri e furti. Lea decide di interrompere il legame con Kurt che si sta rivelando sempre più misterioso e violento. Durante un sequestro si spaccia per un terrorista di nome Andrè, le sue azioni risultano irrazionali e sconclusionate, in seguito all’approccio con due ragazze alla discoteca Etna ha una colluttazione con un avventore che ferisce con un colpo di fucile. Il giorno dopo ricercato dalla polizia uccide due agenti, scappa in Svizzera seminando il panico alle frontiere per giungere nel natio Veneto dove viene catturato e incarcerato. ROBERTO SUCCO, come recitano i titoli di testa, è ispirato a fatti veri ed è la storia di uno psicopatico che massacrò i genitori nel 1981, scontò cinque anni di pena e in seguito a un permesso-premio scappò in Francia ritornando a dare segni di pericoloso squilibrio. Il film che ne trae Cédric Kahn è un dramma alla D?rrenmatt, raggelato come gli ambienti che fanno da sfondo alla vicenda, neutro ed inerte, senza nessuna concessione allo spettacolo e alla morbosità. Il protagonista è un ragazzo solitario, sradicato e randagio, neurologicaménte instabile e sconnesso con la realtà circostante, la tragica conclusione scritta nei suoi geni. La messinscena del regista francese però, appare troppo rigorosa e anemica, idem i caratteri rigidi e compassati, discutibile poi la scelta del doppiaggio da parte della distribuzione italiana, buona e disinvolta invece l’interpretazione dell’allora esordiente Stefano Cassetti, un ex insegnante bresciano scoperto dal regista. 

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