Regia di Norman Jewison vedi scheda film
Sceneggiato, con Valerie Curtin, dal futuro regista Barry Levinson, …E giustizia per tutti è un film di Norman Jewison e opera deontologica sull’influenza negativa che i vari cavilli giuridici e i commi possono avere sul processo legale negli Stati Uniti, portando a risultati non sempre compatibili con l’idea di giustizia, con innocenti dietro le sbarra e colpevoli che riescono invece a farla franca.
Con spirito di impegno civile tipico del cinema americano degli anni '70, ...e giustizia per tutti (il titolo, come premesso dai titoli di testa in cui, fuori campo, alcuni bambini recitano il Giuramento di fedeltà alla bandiera degli Stati Uniti d'America, è tratto proprio dal Pledge od Allegiance le cui parole terminano proprio con “..and Justice for all”, ..e giustizia per tutti) si addentra in temi estremamente spinosi come l’etica e la morale o il sottilissimo confine tra Legge & Giustizia con una prolissità di fondo anche efficace ma fin troppo enfatica, con il regista che punta ad avere un respiro piuttosto ampio, preferendo spesso la commedia al dramma, comunque presente, e rappresentando figure e personaggi a tratti anche grotteschi per un ritratto spesso ironico e che si collega a una versione disincantata, perfino caricaturale, a volte, della professione dell’avvocatura in una realtà spesso controversa, e per la quale viene richiesto un cinismo non comune.
La pellicola pecca a volte nel coinvolgimento, con picchi notevoli di sceneggiatura ma anche uno svolgimento piuttosto banale e, fin dal sarcastico titolo, piuttosto amaro (o disilluso) sui macroscopici difetti di un sistema giudiziario nel quale è praticamente impossibile aspettarsi vera imparzialità.
Ha anche l’inconveniente di aver messo insieme un po' troppe tesi, non riuscendo a approfondirle tutte fino alla fine, compreso un finale costruito appositamente per cercare (e trovare) il consenso di un pubblico giustizialista ma delude piuttosto per scontentezza e realismo.
L’avvocato Arthur Kirkland, seguace della giustizia ad ogni costo e sostenitore della verità come mezzo imprescindibile contro la dilagante corruzione di un sistema di potere istituzionalizzato, è interpretato dall’italo-americano Al Pacino, costantemente sopra le righe, per una delle sue performance più teatrale e all’insegna di (molti) monologhi “volutamente” farseschi (o isterici?), mentre il resto del cast comprende anche Jack Warden, John Forsythe, Christine Lahti, Jeffrey Tambor, Thomas G. Waites, Robert Christian, Sam Levene e con l’amichevole partecipazione di Lee Strasberg (è il nonno del protagonista), leggendario insegnante di recitazione dell’Actor Studios e dello stesso Al Pacino, uno dei suoi studenti più celebri.
Girato interamente a Baltimora, il film ha avuto un buon successo al botteghino, piazzandosi al 24º posto dei film campioni di incassi del 1979.
Prodotto con un modesto budget di 4 milioni di dollari ne ha incassato oltre 33 milioni e ha avuto recensioni piuttosto positive da parte della critica, soprattutto è stata elogiata l’interpretazione di Al Pacino che, infatti, ottenne la sua quinta candidatura al Premio Oscar (vinse Dustin Hoffman per Kramer contro Kramer), mentre il film fu nominato anche per la miglior sceneggiatura originale, vinta invece da Steve Tesich per All American Boys (Breaking Away).
VOTO: 6
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