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Once Upon a Time in China

Regia di Tsui Hark vedi scheda film

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La recensione su Once Upon a Time in China

di Immorale
8 stelle

A seguito delle "Guerre dell'oppio" fra Cina e Regno Unito, conclusesi nel 1860 con la sconfitta cinese, l'impero asiatico visse un momento storico particolarmente frustrante: innumerevoli paesi occidentali ottennero il libero accesso commerciale alla vasta rete fluviale del paese e, nel contempo, aumentò bruscamente la presenza di truppe e missionari stranieri evangelizzatori ("Todo modo...para buscar y ballar la voluntad divina" diceva Ignazio da Loyola). Da questa realtà storica prende lo spunto il film di Hark, il quale ci introduce alla figura di Wong Fei Hung (medico,  campione di arti marziali e paladino degli indifesi realmente esistito) ed alla situazione socio-politica della città cinese di Foshan, percorsa in lungo ed in largo da schiere di soldati stranieri e preti gesuiti, mal sopportati dai locali (come ci mostra la gustosa scena iniziale) ma accettati con la classica rassegnazione cinese. Le attrattive della modernità fanno presto breccia nell' animo di una popolazione contadina attirata da biechi imbonitori verso una "Shangri La" occidentale, in realtà bisognosa di manodopera a basso costo da sfruttare impunemente. Tsui Hark ci mostra tutto ciò con tocco lieve, infarcendo il racconto di momenti ilari ed azione sfrenata ed adrenalinica, riuscendo comunque a far trasparire la sua idea di film wuxiapian/politico, corredato di istanze leggermente tradizionaliste/nazionaliste, che comunque non inficiano la godibilità della storia raccontata. La mano registica segue con scioltezza le impressionanti evoluzioni marziali del protagonista Jet Li (e della sua controfigura  Hung Yan-Yan) e di tutti gli altri comprimari, alternando riprese veloci a meditativi quadri d'insieme interni e paesaggistici di grande presa emotiva. Le scene di combattimento, fulcro del film, sono ben rappresentate e bilanciate su un'iperbolicità non ingombrante ed intrisa di inserti comici quasi mai fastidiosi (da antologia lo scontro finale tra un intreccio inestricabile di "scale mobili" all'interno del magazzino). Tsui Hark è risucito, con questo film, nel diffcile intento di ammansirci la sua idea quasi consolatoria del difficile rapporto oriente/occidente, oggi più che mai attuale vista la crescente potenza geopolitica del gigante asiatico (una nemesi delle colpe occidentali ?), evitando, comunque, di calcare la mano su tesi eccesivamente ambigue e scegliendo la strada di un finale equo ma non retorico.

La trama

Scoppiettante.

Tsui Hark

Sicura.

Jet Li

Marziale.

 

Yuen Biao

Gattesco.

Rosamund Kwan

Ibrida.

Jacky Cheung

Convincente.

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