La recensione su Sopralluoghi in Palestina

di Gangs 87

6 stelle

Quando Pasolini iniziò a lavorare sul progetto de Il Vangelo secondo Matteo, una delle prime cose che sentì in dovere di fare fu recarsi nei luoghi narrati dal vangelo. La convinzione che lo muoveva riguardava l’identificazione che credeva di trovare nei luoghi dei fatti biblici narrati ma ben presto il suo entusiasmo viene spento dalla cruda realtà che gli si para davanti: il fascino di un tempo legato a posti austeri e spogli è stato sepolto sotto il cemento delle nuove costruzioni che ora sorgono laddove prima c’era solo la sacralità.

Pasolini lamenta anche il cambio fisionomico che riguarda le persone del posto che, a detta sua, non avendo assorbito il potere della parola del Cristo, hanno volti e sguardi troppo occidentali e privi del fascino mistico necessario per interpretare il suo film.

Man mano che le riprese vanno avanti è sempre più palese la delusione del regista sempre più convinto che ormai nella Terra Sacra non ci sia nulla che possa essere d’aiuto per la sua opera e che tutto ciò che Israele gli offre può in realtà essere tranquillamente trovato, volendo anche in una forma scenicamente più interessante, in alcune regioni del sud Italia.

Il documentario di Pasolini finisce per essere il viaggio spirituale di un ateo, quale egli era, che insieme a don Andrea Carraro non si limitano a commentare gli sconfinati paesaggi che osservano ma filosofeggiano sulla vita e sulla fede per cinquanta intensi minuti che si ritrovano ad essere un piacevole extra alla pellicola che verrà.

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