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Crema, cioccolato e pa...prika

Regia di Michele Massimo Tarantini vedi scheda film

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La recensione su Crema, cioccolato e pa...prika

di mm40
2 stelle

In una clinica sgangherata dettano legge il direttore satiro e incompetente, suo nipote imbranato e un politico che di tanto in tanto viene in visita piazzando qualche nuovo medico.

 

Michele Massimo Tarantini è stato senza ombra di dubbio il peggiore - qualitativamente parlando - fra i registi del filone della "commedia sexy all'italiana" (ma è più appropriato chiamarla commedia eroticodemenziale o semplicemente pecoreccia); a peggiorare la sua situazione, ma non dal punto di vista artistico, c'è anche questa pellicola, che solo in seguito si è scoperta in odore di mafia. Fra gli interpreti e fra gli autori del soggetto (insieme al regista e a Giorgio Mariuzzo, che firmano anche la sceneggiatura) c'è infatti Giuseppe Greco, figlio del boss Michele, e Crema, cioccolato e pa...prika è stato ben presto definito come un tentativo di lanciare Greco jr. nel mondo del cinema da parte del padre. La faccenda può sembrare irrilevante di per sè: Giuseppe Greco, a prescindere dalla discendenza, non ha rapporti diretti con la malavita e il film non ha nulla a che fare con la mafia; eppure costerà a Franco Franchi, negli anni seguenti, un'accusa infamante di connivenza con i malavitosi, accusa che lo porterà a prematura scomparsa. E dire che questa era la pellicola in cui Franchi e Ingrassia si ritrovavano sul grande schermo (anche se compaiono assieme per pochissimo) e dalla quale presero le mosse per i successivi spettacoli televisivi; accanto ai nomi dei due comici siculi poi compaiono quelli di Renzo Montagnani, Barbara Bouchet e Giorgio Bracardi; aggiungendo Silvia Dionisio e Alberto Farnese si ottiene un cast più che dignitoso per il genere. Ma in effetti l'imperizia di Tarantini e il copione stereotipato e grossolano mandano all'aria immediatamente qualsiasi pretesa che vada oltre alla comicità triviale e becera da barzelletta (per dire: in chiusura la morale messa in bocca a Bracardi è "C'est la vie: te la prendi lì", intendendo naturalmente dove non batte il sole; segue siparietto smodatamente omofobo e vai con i titoli di coda). Peccato vedere interpreti di questo calibro (almeno Franchi-Ingrassia-Montagnani) alle prese con tutto ciò. 2/10.

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