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Mater Natura

Regia di Massimo Andrei vedi scheda film

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La recensione su Mater Natura

di Peppe Comune
7 stelle

Desiderio (Maria Pia Calzone) è un giovane transessuale che si guadagna da vivere tra prostituzione e spogliarelli nei locali notturni. Decide di cambiare vita quando si innamora perdutamente di Andrea (Valerio Foglia Manzillo), un ragazzo che gestisce un autolavaggio e che ricambia il suo amore con lo stesso trasporto passionale. Ma poi riceve un trauma quando scopre che Andrea stà per sposarsi. Allontanata dalla famiglia che non ha accettato la sua scelta, riceve conforto dalle amiche di sempre, Europa (Enzo Moscato), Massimino (Vladimir Luxuria), che stanche della "bagarre" cittadina stanno progettando di trasferirsi altrove. Così decidono di aprire un "Agrifuturismo" sulle falde del Vesuvio, un centro di agricoltura biologica che chiameranno Mater Natura.

 

 

Brillante esordio alla regia di Massimo Andrei che con "Mater Natura" (vincitore del premio "Settimana della critica" a Venezia) fa una gradevole e originalissima escursione nell'universo omosessuale, muovendosi tra i contenuti tipici della sceneggiata napoletana e gli umori della commedia con sfondo drammatico per giungere ad un esito che guarda di sottecchi gli stilemi "almodovariani". Massimo Andrei accentua un certo macchiettismo di maniera per immergere la venatura melodrammatica che percorre la storia e le implicite disquisizioni sui temi caldi legati alla "diversità" in un clima di gioviale allegria. Coloratissimo e divertente, il film non supera mai il limite consentito così la rappresentazione di un particolare universo non arriva mai a farsi mera oleografia e "l'anima scassata" (come dice il grande Enzo Moscato) di queste "donne irregolari" ci viene restituita in tutta la sua evidente difficoltà di rapportarsi pacificamente con l'ambiente circostante. L'amore che non può conoscere confini di sorta, l'amicizia leale e disinteressata e, a corollario di tutto, una società non ancora pronta ad accettare l'omosessualità come un fatto di natura, mi sembrano i concetti che caratterizzano l'opera prima (e ancora unica al momento) di Massimo Andrei, ma la loro trattazione oscilla continuamente tra il serio e il faceto, tra il riflettere amaro sulla condizione esistenziale di questi "disastri metropolitani" e il sorridere per come vi ironizzano abbondantemente sopra. E' per sfuggire alla forza omologatrice della metropoli che Europa cerca di convincere tutti i "femminielli" a trasferirsi lontano, per affrancarsi da un'immagine stereotipata che le riguarda tutte : quella che le ha cucito un ruolo sociale troppo stretto addosso e rinchiuse in uno spazio molto piccolo. Inducendole a ricercare surrogati d'amore, alla prostituzione, ad andare contro la loro natura. Chi riceve rabbia non può che restituire rabbia, come Desiderio che oscilla tra l'estasi amorosa e la sensazione di aver perso tutto, anche la capacità di pacificarsi definitivamente con il suo corpo. Ma fuori città si può ricominciare, sulle falde del Vesuvio possono tutti ritrovare la felicità perduta, la tipizzazione della propria natura sessuale. In una terra di mezzo, tra il fuoco sacro del vulcano e la quiete serenità del mare, possono svincolarsi dalla necessità di dover sempre dimostrare qualcosa a qualcuno, agire in uno spazio ampio, guardare sopra e sotto, avanti e indietro. Buon esordio.

 

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