Regia di Kazuaki Kiriya vedi scheda film
A primo impatto, questo film fa pensare ad una versione 'pop-art' di Blade Runner, per le tonalità calde e accecanti delle ambientazioni, che si alternano a quelle oniriche o a scene tetre e freddamente robotiche!
Ovviamente Kyashan non ha la pretesa di emulare il capolavoro di Ridley Scott, nè per tematiche, nè per originalità...ma per essere un film che lo ricorda, è realizzato in maniera impeccabile e si vede tutto d'un fiato. L'argomento è un classico: si parla delle atrocità della guerra, della ciecità dell'uomo, che vuole diventare immortale, della discriminzione fra gruppi diversi, dell'amore e la speranza che sono le uniche luci che brillano nel futuro oscuro dell'essere umano. Ma quello che lascia estasiati non è la trama, nè la sceneggiatura, bensì le immagini scioccanti di questo enorme regno dell'Asia unita, a prezzo di guerre e massacri. La computer grafica la fa da padrone, ma il regista sa sfruttarla talmente bene, che il risultato è come un dipinto in perenne movimento. Sbalorditivi i contrasti di colori, quasi a ricordare lo stile cartoon dell'anime da cui è tratto, come il mantello rosso sangue del capo dei neoroidi, che sembra spennellato sullo sfondo blu del castello in cui vive. E' questo il tipico caso di un film, che vale la pena vedere per godersi dalla prima all'ultima sequenza, senza farsi troppi pensieri sull'attinenza con la fonte o la profondità delle conversazioni.
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