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L'ultima orgia del Terzo Reich

Regia di Cesare Canevari vedi scheda film

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La recensione su L'ultima orgia del Terzo Reich

di LIBERTADIPAROLA75
10 stelle

L'indifferenza di un popolo nell'accettare l'orrore... L'indifferenza delle persone nell'accettare il destino di morte degli amici...

L'indifferenza per sopravvivere...

 

 

Mentre il commento sonoro off illustra un processo a criminali nazisti (dove un medico costretto ad assistere all'orrore di un campo di morte accusa di crimini orrendi il comandante del campo, che tenta di discolparsi accusando ordini dall'alto) un distinto signore percorre una spettacolare e panoramica strada nei colli che costeggiano un lago, finché giunge in un casolare con fornace abbandonato. Lì, ad attenderlo, c'è una donna. Quale rapporto lega i due?

 

 

Come ha fatto un popolo (pacifico? Non è detto. Come tanti? Sicuramente!) ad accettare il Nazismo come se fosse una cosa giusta? Indifferenza...

 

 

 

I carnefici potrebbero uccidere quando vogliono la preda ma pensano che la morte potrebbe essere una liberazione (perché? Troppa indifferenza in essa...).

 

 

 

C'era una volta un regista colto (Cesare Canevari) che utilizzava materiale filosofico, capacità tecniche curate ma li adattava al cinema di genere dandogli un'impronta autoriale. Qui adatta una riflessione filosofica sull'indifferenza, come ideologia che ha spinto il popolo ad accettare (e partecipare) al Nazismo e a certi (soprattutto certe) deportati come spunto per poter sopravvivere, ai canoni squallidi del filone nazi-thriller. Se l'eccessiva cura lo rende tecnicamente migliore degli altri film del genere una particolare spinta sulla violenza (più psicologica che visiva) lo rende più agghiacciante (qua i toni sono sempre seri, anche quando sembrano trash, mentre la violenza nel filone porta spesso alla risata (in)volontaria).

 

 

Elegante concezione di amore e morte dove il massimo della violenza fa più male se narrato che se mostrato e si superano i tabù (infanticidi), arriva a sfiorare (e in alcuni punti a toccare) la pornografia (primo piano di un dettaglio di reale masturbazione), si documenta su orrori reali (le collezioni di tatuaggi e oggetti in pelle umana), anticipa la riflessione sul sadomasochismo come strumento di sopravvivenza e potere (sul quale si baserà il romanzo "La Setta" di Ramsey Campbell) e raggiunge picchi di malessere ben maggiori di prodotti che mostrano il non mostrabile come i futuri MARTYR'S e A SERBIAN FILM. Che Canevari sia riuscito a realizzare il film più malato ed agghiacciante della Storia? In questo caso sarebbe il capolavoro!

 

 

 

Girato sul Lago d'Iseo (ben riconoscibile l'Isola di Loreto) e nella adiacente Fornace di Vighignolo, attualmente in stato di abbandono (info a cura del Dizionario del Turismo Cinematografico).

 

 

La versione che circola nei dvd italiani ha un finale differente da quella vista in sala (e in certe vhs), si blocca su una scena clou (che, comunque, narrativamente, chiude il film) cominciano i titoli di coda su sfondo nero mentre un dialogo off riporta la memoria di altra ignota violenza rendendolo ancora più inquietante (come guardare in un buco nero sapendo che lì è avvenuto qualcosa di agghiacciante ma non si sa bene cosa). L'edizione dvd Dynit ha solo questo finale mentre l'edizione dvd della Another World lo inserisce negli extra. Quella americana invece lo presenta a fine film con un recupero di pellicola scadente rispetto al resto (restaurata quindi solo fino alla scena suddetta per il mercato internazionale). Allucinante capolavoro!!!

 

 

Recensione scritta da Davide Lingua, Dizionario del Turismo Cinematografico, Verolengo, Wikipedia.

 

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