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Il primo bacio

Regia di Riad Sattouf vedi scheda film

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La recensione su Il primo bacio

di spopola
8 stelle

La freschezza del linguaggio, la vivace efficacia dei dialoghi, l’ironia travolgente delle situazioni, sono gli elementi che più di altri caratterizzano in positivo questo piccolo delizioso film che parla di adolescenza, di disagio giovanile, di dissidi familiari e di patemi d’amore con una insolita leggerezza di sguardo oltre che di tocco.

La freschezza  del linguaggio, l’efficacia dei dialoghi, la vivacità dell’assunto, l’ironia travolgente delle situazioni, sono gli elementi che più di altri caratterizzano in positivo questo piccolo delizioso film di Riad Sattouf, disegnatore di fumetti, attore e sceneggiatore, e qui al suo debutto come regista (giustamente premiato per questo suo fulminate esordio, con il César del 2009 quale realizzatore della migliore opera prima) e a cui va anche il merito di una “intelligente” sceneggiatura (scritta insieme a Marc Syrigas) oltre che quello di aver contribuito alla realizzazione dell’appropriato commento musicale.
Passato anche con successo da Cannes (Quinzaine des Réalisateurs), Les Beaux Gosses si era guadagnato persino una opzione per la distribuzione in sala in Italia, ma evidentemente poi o c’è stato un ripensamento, oppure – come è più probabile - non ha trovato spazi adeguati o coraggiosi esercenti disposti a rischiare, perché  se ne sono  perse del tutto le tracce, e del film non se ne è  davvero più parlato (nemmeno per una eventuale uscita in DVD, a quanto mi risulta).
Io l’ho potuto visionare qualche tempo fa grazie a una rassegna di cinema “invisibile” per il nostro mercato che ogni anno Firenze dedica alla Francia (fortunatamente in lingua originale, perché credo che proprio per la particolare tipologia del lessico utilizzato – lo scoppiettante gergo degli adolescenti francesi protagonisti della pellicola - un eventuale doppiaggio “all’italiana” avrebbe potuto arrecare danni non indifferenti,  sicuramente rendendo il tutto meno immediato, e con il rischio tutt’altro che peregrino, perché sappiamo come vanno poi le cose in questi casi, di involgarirlo notevolmente  se non addirittura snaturarlo completamente, magari trasformando inopinatamente questi ragazzotti provinciali un po’ assatanati, in coatti della periferia romana o giù di lì per rendere analogamente “colorito” il risultato).
Si parla dunque di adolescenza e di disagio giovanile, di dissidi familiari, e di patemi  d’amore in questa pellicola, ma con una insolita leggerezza di sguardo oltre che di tocco e  una  tenera irriverenza anche partecipativa (il giovane Satouf sembra ricordare bene gli affanni ed i tormenti di quell’ingrata età incerta e di passaggio in cui non si è ancora né carne né pesce, ma bisogna fa finta di essere  già “ciò che non si è” – “tirandosela” un poco, come si dice in genere - ostentando una (in)sicurezza un po’ spavalda, nonostante i brufoli dell’acne incipiente, e l’apparecchio dentale “correttivo” che deturpa il sorriso, con quell’atteggiarsi ad esperti e navigati piccoli uomini “di mondo” senza esperienze reali e tanto “desiderio” represso).
E’ soprattutto straordinaria la capacità che mostra il regista nel cogliere e  restituire la vitale frenesia di questi sbarbatelli in piena tempesta ormonale, attraverso la puntuale osservazione dei piccoli fatti della vita quotidiana e un andamento rapsodico che imprime al film un ritmo scatenato davvero divertente e denso di gustosissime annotazioni di costume oltre che di azzeccate puntualizzazioni sociologiche, in uno scalpitante susseguirsi di comicissimi tentativi di arrivare finalmente a conoscere davvero le gioie del sesso.
Del resto agli ingenui, sbruffoncelli ragazzotti liceali che animano le storie e i tentativi maldestri di rapporti col chiodo fisso di farsi finalmente un’esperienza sessuale ad ogni costo, possono insegnare ben poco anche gli adulti (gli assenti genitori o gli insegnati spesso distratti) certamente non meno goffi ed insicuri dei loro figli e alunni, ma  sicuramente molto più ipocriti e insinceri.
Protagonista della storia, è il timido Hervé, afflitto da una insufficiente – rispetto ai canoni richiesti – prestanza fisica  e ossessionato dalle ragazze che declinano sempre gli inviti  ad uscire in sua compagnia (particolarmente esilarante oltre che significativa, la sequenza  in cui fa le prove  di “come si fa a baciare” da solo davanti allo specchio) costringendolo all’abusato “autoerotismo della mano”…. Ma la fortuna arriva inaspettata e repentina: Aurora, la più carina della classe, gli dimostra all’improvviso “dichiarate” e inconfondibili attenzioni. E’ dunque davvero arrivato anche per lui il fatidico momento del grande passo,? Beh!!!  vedremo… e poi forse non è nemmeno quello ciò che sta a cuore più di tutto: l’importante è farlo credere agli amici (per acquisire il loro invidioso rispetto) specialmente a Camel lo smargiasso del gruppo, che nasconde molte delle sue insicurezze dietro a una pettinatura assurda ed “impossibile”.
I giovanissimi protagonisti sono tutti giusti, o per meglio dire, “azzeccatissimi” nel rendere i caratteri dei loro ruoli (un particolare plauso va dunque ai responsabili del casting che non era semplicissimo)  così acerbi e “imperfetti” nelle loro incertezze e sfrontate millanterie, da essere credibilmente “veri”, anche nel rispecchiare fedelmente la composizione di una nuova – della nostra epoca – generazione multietnica come è quella francese (e come lentamente si appresta a diventare anche la nostra) e proprio per questo, interessante  e variegata nella sua vivacissima eterogeneicità.
Ma anche gli adulti fanno la loro parte, e una menzione speciale merita soprattutto Noémie Lvovsky che per l’indovinato e ben realizzato ruolo della madre ossessiva e petulante, si è guadagnata a sua volta una meritatissima candidatura ai César.
Piccoli ma significativi “camei” sono poi disseminati con arguzia e un pizzico di divertita “irriverente” insolenza, per tutto l’arco del film. Li realizza, assecondando con impegno e ironia il “disegno” del regista, un nutrito gruppo di attrici al femminile chiamato ad impreziosire il cast e a renderlo un po’ più altisonante: Emmanuelle Devos, Irène Jacob, Marjane Satrapi e la nostra Valeria Golino, tutte bravissime,“disponibilissime” e soprattutto molto divertenti e divertite.

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