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Follia omicida - Murder obsession

Regia di Riccardo Freda vedi scheda film

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La recensione su Follia omicida - Murder obsession

di alan smithee
5 stelle

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Un giovane attore in odore di imminente divismo, sta attraversando un periodo di forte stress emotivo dovuto agli impegni sul set; circostanza che gli procura amnesie e blocchi di memoria, rendendolo come inconsapevole delle azioni che poi risulta compiere da incosciente.

Un giorno, impegnato in una scena di strangolamento con una sua avvenente collega, arriva quasi ad ucciderla, non fosse stato fermato in tempo dagli addetti alla troupe.

Pertanto l'uomo decide di prendersi qualche giorno di riposo, tornando, assieme alla bellissima fidanzata, nella villa di famiglia, lasciata ormai da anni ed in cui ora vive la bellissima ancor seducente madre, vedova da tempo di un musicista assai apprezzato e noto, morto improvvisamente per circostanze che inizialmente rimangono misteriose.

In quella lugubre villa, la sensazione della perdita del genitore, molto somigliante al nostro uomo, non riesce molto a tranquillizzare il ragazzo, che chiama a sé in villa i suoi amici e colleghi di set.

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In loco, uno dopo l'altro costoro finiscono vittima di una fine truculenta, e la responsabilità degli efferati episodi, apparentemente addita lui come il principale indiziato e responsabile.

Ma la circostanza rivelerà che il colpevole è ben altro. E soprattutto lo spettatore verrà a conoscenza delle reali, efferate dinamiche che portarono alla morte violenta del genitore, della cui fine fu imputata la responsabilità proprio al nostro uomo, all'epoca timido ragazzino.

Murder Obsession è l'ultimo film diretto dal bravo artigiano di genere Riccardo Freda, celebre per le appassionanti scene di battaglia che il cineasta riusciva a girare con gran destrezza, nonostante la limitatezza dei mezzi a disposizione, nonché primo regista italiano a dirigere un film horror, quel I vampiri del 1957, che però fu poi completato da Mario Bava.

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La vicenda si sviluppa secondo dinamiche piuttosto scontate, riservando tuttavia qualche momento di suspence, che però i modesti effetti speciali utilizzati, finiscono, specie se affrontati in visione oggigiorno, per rendere datato e quasi imbarazzante il prodotto.

Nel ruolo del protagonista, un piuttosto inespressivo Stefano Patrizi, fattosi notare qualche anno prima in pellicole di maggior livello (Gruppo di famiglia in un interno, Ritratto di borghesia in nero) o di maggior successo (Cassandra Crossing), e poi sparito dalla circolazione.

Lo affiancano la splendida Anita Strindberg nel ruolo della madre Glenda, la bellezza diafana di Silvia Dionisio nei panni della fidanzata Debora, Martine Brochard in quelli della aiuto-regista, la sexy mora Laura Gemser nel ruolo della collega attrice Beryl Fisher, e John Richardson in quelli dell'enigmatico maggiordomo Oliver.

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