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Too Big to Fail. Il crollo dei giganti

Regia di Curtis Hanson vedi scheda film

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Stuntman Miglio

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La recensione su Too Big to Fail. Il crollo dei giganti

di Stuntman Miglio
6 stelle

Altro centro targato HBO, "Too big to fail" è un' interessante produzione televisiva diretta con polso d'autore da Curtis Hanson ed incentrata sulla crisi finanziaria statunitense del 2008. Una sorta di genesi del crack mondiale esploso poi in tutto il mondo nel 2009, un excursus tutto a stelle e strisce che parte dal tracollo del mercato immobiliare per passare al fallimento delle banche d'investimento che portarono l'intero sistema americano ad un passo da una nuova grande depressione. Giusto il tempo di leggere gli efficaci titoli di testa, alternati come fossero titoli di borsa ad alcuni filmati di repertorio, ed ecco che ci si ritrova immediatamente immersi nel disperato tentativo, da parte del segretario del tesoro Henry Paulson e del suo staff, di salvare la Lehman Brothers dalla bancarotta. La materia affrontata non è semplice da seguire ed i personaggi che si alternano sulla scena sono molti per cui all'inizio si può rimanere disorientati ma ben presto regia e script si focalizzano sui precari equilibri dettati dagli immancabili giochi di potere e tutto inizia ad acquisire una chiarezza disarmante. Coalizioni ufficiose, meetings clandestini, direttori di banca come imperatori, l'inettitudine del senato perso nell'eterno dilemma: repubblicano o democratico ? (mi ricorda qualcosa) e ancora iniezioni di capitale per 125 miliardi di dollari, la creazione di colossi talmente grandi da non poter fallire. E nonostante ciò, avarizia e smania di potere continueranno a tenere banco con conseguenza che paghiamo ancora oggi. Uno spaccato di storia contemporanea tanto credibile quanto aberrante, messo in scena quasi interamente negli opulenti interni delle cosiddette stanze dei bottoni ed asservito ai contenuti di uno script incisivo e tratto dall' approfondita inchiesta di Andrew Ross Sorkin. Trascinante la prova di William Hurt nei panni del segratario "Hank" Paulson, sul suo viso sembra passare la nascita e la morte di un'intera nazione ed il suo carisma si porta dietro l'ottima prova di un cast all star tremendamente in parte. "Non so se reggerò un'altra giornata come questa." Dice un giovane yuppie riferendosi al fermento finanziario. "Hai trent'anni, sei appena sceso da una Mercedes e stai entrando alla Federal Reserve. Non stai andando a combattere in Normandia". Così gli risponde il suo principale in quella che probabilmente è la migliore battuta del film, perché pesa come un macigno al pensiero di quanto poco ci abbia insegnato la storia.

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