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Piovono pietre

Regia di Ken Loach vedi scheda film

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La recensione su Piovono pietre

di articolotre
8 stelle

Un cineasta deve innanzitutto mostrare i fatti e mettere il dito su ciò che non va.

 

"Sulla classe operaia piovono pietre sette giorni su sette."

"Sì, e cadono tutte sulla mia testa."

Questo scambio sintetizza la trama del film. Per rimediare qualche sterlina Bob e il suo amico Tommy, disoccupati, tentano lavoretti e furbate più o meno legali che regolarmente rendono poco o niente, mentre devono fare i conti con il furgone che gli viene rubato, una moglie che non ha di che pagare le bollette e l'umiliazione di dover accettare pochi spiccioli da una figlia che non si sa bene come li guadagni. Per la prima comunione della bambina, Bob rifiuta l'abitino usato che il parroco gli offre gratis e s'incaponisce a comprarle vestitino nuovo e relativi accessori per oltre 100 sterline, indebitandosi con uno strozzino e cacciandosi in guai seri.

 

C'è altro da dire sul film ma prima ritengo utile dire qualcosa sul mio amato Ken Loach, anzi, lasciar dire qualcosa a lui:

"Continuo a credere che il futuro del cinema sia nel suo essere contro. Un cineasta deve innanzitutto mostrare i fatti e mettere il dito su ciò che non va.

Non è un caso che mi capiti di raccontare la classe lavoratrice, perché se c'è un cambiamento nella società è da quella parte che può venire. Non è vero che la classe operaia non esiste più. Si è trasformata, ma lo sfruttamento prosegue senza intoppi."

 

Julie Brown, Bruce Jones

Piovono pietre (1993): Julie Brown, Bruce Jones

 

Per Ken Loach stare dalla parte della classe operaia - e in particolare dalla parte di quella fascia della classe operaia che in termini socioeconomici si collocherebbe intorno all'ottavo-nono decile - vuole anche dire cercare di capirne gli errori e le debolezze: non dico giustificarli ma capirli, accettarli, accompagnandoli con quella leggera vena di ironia che riaffiora in diversi momenti del film, a partire dalla iniziale caccia al montone per concludersi con il simpatico rasserenante finale.

 

Chi avevo vicino quando ho rivisto il film ha mal digerito lo stupido impuntarsi di Bob sulla questione del vestitino nuovo per la figlia. A questa prima istintiva lettura provo ad opporne un'altra che ritengo più loachiana: è una vita che Bob stenta e fatica, sempre lì ad adattarsi e accontentarsi, ad accettare e subire. Ebbene, per una volta nella vita, per qualcosa che non è direttamente per lui, - è per la sua amata bambina ,- e che non è poi così banale, - ha a che fare con la loro reale ed agita fede religiosa, - per una volta, dicevo, si concede di alzare la testa, raddrizzare la schiena e non subire. Costi quel che costi. Ed è la volta che la sorte finirà per girare a suo favore.

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