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La voce umana - Rivisitazioni
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Da Roberto Rossellini a Emma Dante:

L’antefatto di una lunga storia teatrale e cinematografica

Il primo era stato, nel 1930, Jean Cocteau, con la sua pièce teatrale in un unico atto e con un solo personaggio: una donna.
Una delle sue “Rivisitazioni”, lavoro sperimentale per far rivivere nel teatro gli antichi miti, le leggende, le favole che risalivano alle origini stesse dell’umanità, affinché se ne conservasse la memoria. Nacque da queste intenzioni La voix humaine.
Tra le mani di Francis Poulenc, nel 1958, la pièce divenne una tragedia lirica, di cui Cocteau firmò il libretto.
Per la prima volta fu rappresentata all’l’Opéra-Comique di Parigi il 6 febbraio 1959, coll’interpretazione del soprano Denise Duval sotto la direzione di Georges Prêtre.

 

Fin dal 1948, però, esaurita l’esperienza neorealista, il grande Roberto Rossellini, colpito dalla singolare “Rivisitazione” di Cocteau, la traspose per il cinema, affidando all’eccezionale versatilità interpretativa – nonché all’intelligenza attenta a controllare ogni eccesso mélo – di Anna Magnani La voce umana, dando vita a un cortometraggio di mezz’ora. 

 

La vicenda
Sulla scena un’unica presenza umana: una donna al telefono, cui è affidato il racconto drammatico della fine di una passione amorosa. Attorno a lei, in una camera, un letto sfatto, un cane uggiolante che si chiama Micia e un telefono che qualche volta squilla portandole probabilmente una voce molto attesa. È lui, dall’altro capo del filo, l’amante senza volto, colui che si manifesta a noi solo attraverso l’evocazione disperata della donna tradita  che lo interroga, gli risponde, fra mille difficoltà e mille menzogne, che della voce lontana coglie il tono immaginando le espressioni dell’uomo distante, rendendo plausibile e credibile la storia d’amore disperata, senza prospettive, mentre a poco a poco il filo telefonico sembra sinistramente avvolgersi attorno alla sua gola…

Rossellini, nel 1960,  raggruppò col titolo L’amore il cortometraggio del ’48 con  Il miracolo, cortometraggio nato dal soggetto di Federico Fellini, allora suo giovane assistente alla regia,  che  ne fu anche il protagonista – insieme ad Anna Magnani.

 

L’amore  è attualmente visibile su Raiplay nella bella versione digitalizzata della cineteca di Bologna che li ha restaurati con cura scrupolosa, riportandoli, per quanto possibile, all’originario splendore.

 

Alla VOCE UMANA di Roberto Rossellini – e all’amato Cocteau – ha reso omaggio Pedro Almodovar con un cortometraggio di mezz’ora, girato nel 2020 e arrivato da noi nel 2021.

Colori meravigliosi e vividi, una grande Tilda Swinton per rappresentare l’antico testo attraverso la voce di un’attrice androgina, interprete della disperata rabbia di una donna del nostro tempo, che non rassomiglia alla Magnani, ma che ci offre la propria originale e non facilmente dimenticabile “rivisitazione”, nella lingua inglese, la più conosciuta oggi.

Nasce così The Human Voice


La mia recensione

 

La "rivisitazione" di Emma Dante

Una regista teatrale, con "esperienza di attrice e di regia cinematografica (Misericordia) (Via Castellana Bandiera) (Le sorelle Macaluso) si è cimentata recentemente, portandola in scena al teatro comunale di Bologna, con LA VOIX HUMAINE di Francis Poulenc, secondo atto di un ideale “dittico” unificato dal titolo: La CAVALLERIA RUSTICANA.


Le dichiarazioni di Emma Dante si soffermano sull’insolito affiancamento  (suggestivo ricordo di “L’amore” di Rossellini?) che allude alla sostanziale identità di due tragedie, in cui due donne, deluse e ingannate dall’amante, invano cercano di ritrovare un senso alla propria esistenza, e in preda alla follia vivono lo stesso delirio amoroso, al di là delle diversità di classe sociale, di tempo e di luogo in cui gli eventi accadono: una piazza in Sicilia alla fine dell’800 per una popolana; una stanza col telefono a Parigi, negli anni ’60 del secolo scorso per una donna borghese…

 

Lo spettacolo ideato e diretto da Emma Dante è attualmente visibile su Raiplay, che, a sipario abbassato rilascia le dichiarazioni a cui ho fatto riferimento.

 

Delle tre "rivisitazioni" che, come avevo scritto nella risposta a Valerio, ho trovato dopo un po' di ricerche, mi pare che il mediometraggio "La Vita umana" (1978) di Giorgio Viscardi, con Anna Proclemer - prodotto dalla Rai e ora su Youtube qui - possa essere accostato,  nonostante la durata di 40 minuti, alla prima versione di Rossellini, quella interpretata da Anna Magnani.

 

Risulta chiaro l'intento del regista: mantenere il monologo originario, e offrire a una grande attrice teatrale l'occasione per mostrare la propria talentuosa recitazione, rendendo più nervosa la telefonata, in una gara di bravura - nelle mutate condizioni - con la grande Anna del 1948. Le battaglie femministe del '68 non erano state inutili: le donne sempre meno affidavano all'amore per un uomo il proprio destino. Si erano guardate intorno; si erano messe a lavorare e, per quanto ferite e sconvolte dal tradimento maschile, sentivano che quel filo, non solo telefonico, doveva essere staccato prima di lasciare che si avvolgesse attorno al collo...

 

Un finale meno cupo, sostiene il critico-scrittore Luigi Lunari che, tre minuti prima dell'inizio, presenta al pubblico di un teatro la bella prova di Anna Proclemer.

 

 

Concludo ora le “rivisitazioni”, soffermandomi brevemente su due lungometraggi,  veri  film di cui, soprattutto Codice privato – diretto e scritto da Francesco Maselli nel 1988, interpretato da Ornella Muti e ispirato alla “Voix humaine” di Jean Cocteau – a cui va la sua dedica nei titoli di testa – appare il più sofisticato e originale, pur conservando il solo personaggio della donna  protagonista, che, nell’attrice Ornella Muti alle prese con una serie di drammatiche chiamate telefoniche, dieci anni dopo Anna Proclemer, si è cimentata con il testo antico del 1930.

 

La mia recensione 

 

 

Voce umana, che questo sito erroneamente titola La voce umana – Edoardo Ponti/2014

“ispirato a La vox Humaine di Jean Cocteau” è quanto Edoardo Ponti premette al film, nei titoli di testa:
https://www.raiplay.it/programmi/voceumana

 

nei titoli di coda l’altra dedica, semplicissima, a Sophia Loren: “per mamma”: il film infatti nasce come regalo di compleanno alla madre, ottant’anni, allora.

Ponti ci informa che il soggetto e la sceneggiatura sono di Erri De Luca, ribadendo in questo modo la propria libertà registica rispetto all’originale. Dall’intervento di Erri De Luca, come soggettista, francamente mi aspettavo di più, se, come penso, a lui si devono anche le compiaciute allusioni pittoresche a un’ammiccante napoletanità, mentre, mi è sembrata accettabile la traduzione del testo di Cocteau nella lingua partenopea.


la mia recensione.

 

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