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Poliziotti

Regia di Giulio Base vedi scheda film

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La recensione su Poliziotti

di Furetto60
5 stelle

Poliziesco di genere. Modesto, malgrado la partecipazione di attori illustrissimi

Andrea giovane poliziotto in servizio da appena da due anni, sul treno che lo porta alla Questura di Torino, incontra e familiarizza con un collega, tale Lorenzo Ferri detto "Lazzaro", un poliziotto dal grilletto facile, non molto benvoluto dai suoi superiori. Ad Andrea viene dato il compito di piantonare Sante Carella, un criminale ricoverato in ospedale. Andrea è un novellino timido e imbranato, reduce da una cocente delusione sentimentale, non tagliato per questo mestiere, ha intrapreso la carriera in polizia solo per seguire le orme paterne. Lorenzo al contrario è un istintivo uomo d’azione, in fremente attesa di pareggiare i conti con il responsabile della morte del fratello per overdose, un noto pusher chiamato il vampiro. Formano un interessante tandem, Lazzaro alias, l’adrenalinico Claudio Amendola e Andrea, l ’introverso Kim Rossi Stuart: amici per caso, finiscono poi in coppia nella sorveglianza a Sante, alias Michele Placido, un gangster scafato e marpione, che ha inscenato un finto suicidio, per farsi trasferire dal carcere alla clinica, dove ovviamente ha vita più facile e più occasioni di evadere. Mentre Lorenzo è in giro, per farsi giustizia, Andrea rimasto solo con Sante, si lascia incantare dalle suadenti frottole del criminale e cosi suo malgrado, acconsente ad accompagnarlo in un night-club, per incontrare la sua ex amante. Carella ne approfitta e con l’inganno fugge via. Andrea, per la vergogna si spara con la pistola d’ordinanza, non sopportando il peso di una colpa, che soprattutto per il padre sarebbe stata inammissibile. "Lazzaro" assiste impotente al suo suicidio, senza fare in tempo a fermarlo e pieno di rabbia furibonda, inizia così la sua personale caccia all'uomo. Il film si ispira ad un autentico episodio di cronaca accaduto nel 1975, quando un poliziotto, Vincenzo Rizzi, si era suicidato dopo essersi lasciato scappare un sorvegliato. Premesso che gli attori sono bravi e più che credibili e sono nomi che conosciamo bene, il film non è convincente, innanzitutto perché è scontato e prevedibile nella trama e poi perché i caratteri dei protagonisti, sono tagliati con l’accetta. Stereotipi precisi, come da manuale, c’è il poliziotto mite e ingenuo,di contro quello sbrigativo e impulsivo e poi il criminale che ovviamente non potrebbe, non essere che amorale, diabolico e spietato. La storia si sviluppa come da copione, senza alcuno slancio e senza suspense, peraltro anche le scene “action” sono ai minimi storici. Più che al filone poliziesco, si potrebbe ascrivere al genere poliziottesco, solo che gli anni settanta erano passati da un pezzo

 

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