La recensione su I mastini della guerra

Dopo una ricognizione che gli e' quasi costata la vita, il mercenario Shannon (Chistopher Walken) organizza un golpe armato in un piccolo stato africano governato da un sanguinario dittatore, per conto di una multinazionale senza scrupoli che vuole solo sfruttarne le ricchezze aurifere.                                                                                                                                                                                                                                                             Buon adattamento dell'omonimo romanzo dello scrittore inglese Frederick Forsyth, specialista in storie di spionaggio e fantapolitica, e che a quanto pare lavorasse anche per i servizi segreti britannici, venendo impegnato anche in alcune missioni, forse non proprio in stile James Bond, ma comunque non certo in piacevoli passeggiate o week-end. Lessi il romanzo esattamente 27 anni fa mentre prestavo il servizio militare, un po' come se un detenuto leggesse DIARI DAL CARCERE di Gramsci. I MASTNI DELLA GUERRA e' uno di quei film che nei suoi 90' minuti puo' intrattenere lo spettatore che e' in cerca di evasione e di emozioni, ma al tempo stesso puo' soddisfare le esigenze di chi cerca un'opera intelligente e impegnata. Lo stato africano che ci viene descritto, chiamato col nome fittizio di Zangaro, ricorda ai piu' l'Uganda del tremendo Amin Dada, dittatore deposto solo un anno prima la realizzazione di questo film, qualcuno pero' lo accosta alla Guinea Equatoriale del dittatore filo-sovietico Francisco Macias Nguema, che insieme a Bokassa e Mugabe, vanno ad aggiungersi a una lunghissima lista di tiranni che ha insanguinato l'Africa, spesso con il benestare di tutto l'Occidente. La regia e' curata da John Irvin, cineasta inglese che come ha specificato anche FilmTv non e' certo un fulmine, anche se pero' con questa pellicola e con il sottovalutato SHINER,  ha realizzato i suoi lavori migliori. Il meglio del film e' nella parte della ricognizione che Shannon effettua nel piccolo stato fingendosi un ornitologo, situazione che a un certo punto gli sfugge di mano e che gli costa quasi la vita, e nella preparazione del colpo di stato che organizza con altri mercenari di sua conoscenza, l'aquisto delle armi e il reclutamento di un piccolo esercito di paramilitari africani. Un po' meno interessante, anche se ben resa, la parte del colpo di stato con la battaglia notturna. Epilogo ottimista e decisamente utopistico, ma perfettamente in linea con il finale del romanzo. Un mercenario idealista e romantico come Shannon non si era veramente mai visto. Tra gli interpreti, oltre a Cristopher Walken, troviamo un ancora poco noto Tom Berenger e l'attore inglese Colin Blakely. Sempre tratto da Frederick Forsyth, mi sento di consigliare IL GIORNO DELLO SCIACALLO, diretto da Fred Zinneman nel 1973 e interpretato da Edward Fox e Michael Lonsdale. Meno riuscita invece la versione di DOSSIER ODESSA, diretta da Ronald Neame e interpretato da John Woight e Maximilian Schell. Mi risulta oltretutto che negli anni 70' i film di mercenari impegnati in Africa tirassero discretamente, basti pensare a I 4 DELL'OCA SELVAGGIA, ma anche a pellicole italiane di dubbissima qualita', come SETTE BASCHI ROSSI e SCORTICATELI VIVI. Di quest'ultimo ricordo le locandine e il manifesto esposti in un cinema della mia citta' quando ero bambino. Mi risulta che anche Joe D'Amato tra un EMANUELLE e un ANTROPHOPAGUS si fosse cimentato in questo sottogenere, se non ricordo male utilizzando Luc Merenda come protagonista.