La recensione su Contact

di LucioLoLoryLore

8 stelle

Una più abbordabile - dunque appetibile - versione dell'esplorazione dell'ignoto, quello dentro di noi prima di quello sopra di noi. Quanto di più vicino alla mia personale opinione in merito. Grande ancora una volta Zemeckis, un film che appassiona e tocca sul vivo quello che tutti avvertiamo, da dove veniamo? Espresso così, con semplicità. 8½

Più abbordabile ed appetibile di quello visionario e criptico espresso da un sommo Stanley Kubrick nel suo film più famoso e studiato, e più lo si analizza, più risulta affascinante eppure incompreso.

Qui tutto è più semplificato e reso fruibile da un più pragmatico e comunque non di meno geniale Robert Zemeckis, coadiuvato nella scrittura pure semplice, dall'artefice del racconto da cui è tratto il film.

Jodie Foster, Matthew McConaughey, Robert Zemeckis

Una sempre straordinaria e vivace Jodie Foster, ancora genuina, quella prima dell'outing... (a quel tempo ancora sottaceva le sue inclinazioni sessuali e credo ne avesse ben donde... prima era praticamente ovunque; dopo di allora ha lavorato molto molto meno - e questo è strano visto la spinta di cui godono tali individui nell'ambito artistico americano)... ci accompagna qui, in un viaggio alla scoperta di quello che forse è il quesito più assillante che alberga nell'io più profondo di ciascuno di noi, almeno di quelli più coscienziosi ed introspettivi: "ci sono altre forme di vita nell'universo?! E da dove veniamo? Dove andiamo?

C'è vita oltre la morte?".

Ben sostenuta da un intenso Matthew McConaughey prima maniera, ancora integro, ben lontano dal sex simbol di tante commedie, ammettiamolo, divertenti... e l'attore più impegnato e premio Oscar - imbruttito pure lui (ormai pare sia un must, a cui han dovuto sottostare anche molti e molte tra i grandi).

Ottimo il cast d'attorno che non si risparmia affatto: un accanito James Woods in primis.

E poi l'opportunista Tom skerrit, la bellissima Angela Basset, un toccante ma breve David Morse, e il commovente assistente non vedente, ben giocato da William Fichtner.

Istrionico, quasi inquietante, un John Hurt nel ruolo del filantropo miliardario che realizzerà i sogni della dottoressa astronauta.

Impossibile dimenticare quell'ingenua dolcezza di una giovanissima Jenna Malone, nel ruolo della ragazzina appassionata di astronomia, di spazio ignoto... con quella vocina tenera e malinconica, sempre spesa a dar fiato al microfono del suo CB... senza che nessuno le risponda mai.

Poverina, è di una tenerezza...

Che presto diverrà pena e commozione, quando, già orfana di madre che appena ricorda, perderà anche il padre (uno squisito David Morse) proprio in una serata che si prospettava "cosmicamente", astronomicamente, entusiasmante...

E invece... sarà il padre ad andare in cielo...

Bellissima la sfumatura dell'immagine in cui la piccola scienziata in erba... viene tramutata nella giovane dot.sa Ellie Arroway. a capo di una modesta squadra di ricerca in campo astronomico, e di un progetto che presto verrà abrogato.

Da qui si dipianerà l'intera vicenda a caccia di nuovi finanziamenti e l'appoggio dell'opinione pubblica, ovviamente abbastanza scioccata, in positivo - ma pure in negativo, da questa newhwawe mistica... che originerà anche un flangia pseudo terrorista di i fanatici religiosi intenzionati ad impedire la probabile venuta "degli alieni" ... i quali sono visti qual sorta di "Messia"... o di usurpatori dello stesso, venuti a mettere in dubbio l'esistenza di Dio e del suo credo...

In merito... se ne vedranno anche delle belle...

Tutto il resto è ottima, plausibile, fantascienza; la costruzione del pathos è esemplare, tutto avviene per gradi: dalla scoperta del segnale radio proveniente dallo spazio profondo da parte dell'intraprendente scienziata... alla costruzione dello strabiliante impianto e relativa missione...ce ne vorrà... certo, si allunga così la durata del film, ben oltre le due ore... ma non pesano affatto. Anzi, come sostengo sempre, sarebbe risultato addirittura noioso con gli ulteriori tagli previsti, fortunatamente poi abrogati in sede di montaggio.

E ai pochi quali non l'abbiano ancora veduto, non voglio comunque anticipare il colpo di scena principale.

Ma fidatevi, anche sul piano visivo (specie per chi lo vide sul grande schermo) resta davvero spettacolare (ottima la CGI impiegata in misura discreta e funzionale), oltre che a risultare così "dogmatico", proprio come si era ripromesso di essere sul piano intellettuale, spirituale... chiave di lettura questa, che avrà sicuramente diviso gli spettatori, gli scettici da chi crede che nell'universo esistano altre forme di vita.

Insomma... un film buono per chi crede agli UFO... ma pure per chi non ci crede!

Il tutto ben accompagnato dall'attenta colonna sonora di Alan Silvestri, già collaboratore con Zemeckis per quel suo capolavoro immortale, e mitica colonna sonora (certo, insieme al rocker Hwey Lewis), che qui ha creato una musica che ben sottolinea i momenti drammatici o toccanti e quelli più esaltanti. E sono molti.

Quanto alle interpretazioni, neanche a dirlo, intensa come suo solito la bella e sempre bravissima Jodie Foster, nei panni dell'ostinata, insistente, quasi petulante... dottoressa nonché astronauta suigeneris che quasi rischia il rogo...

Nel ruolo di uno dei vari funzionari governativi, pure questi altrettanto ostinati ed assiduamente impegnati nel tentativo di screditarla, un bravissimo James Woods coadiuvato dalla bellissima Angela Basset, spesso chiamata a questi tipi di ruoli.

Su di uno degli scranni più alti della commissione governativa, chiamata a discutere l'esperienza dell' adesso ingenua scienziata, quasi fosse un tribunale dell'inquisizione... ritroviamo un ormai disperso Rob Lowe.

A mettere eticamente, moralmente, financo spiritualmente... in discussione prima, e suffragare poi... la dottoressa sognatrice, un anomalo Matthew McConaughey, nei panni di un teologo protestante chiamato a discutere il credo, sostanzialmente empirico, della pragmatica scienziata... quale, proprio per questo verrà sopravanzata da un suo collega, più ruffiano e pure cordialmente ipocrita e meschino, ben giocato da Tom Skerrit... che ricorderete tutti, ha già indossato la tuta spaziale... altroché! ;) e c'era andato proprio insieme a John Hurt ;D)

Insomma, un bel filmone, di quelli che portano benissimo gli anni, e che si rivede volentieri quando ripassa in tv.

Certo, al cinema rese molto di più: la scena del viaggio intergalattico... ha fatto scuola tanto fu suggestiva e suggestionante: di li in avanti, è stato sempre immaginato - e riproposto - più o meno così il viaggio spazio-temporale.

Particolarmente perturbante tutta la scena della vestizione e preparazione al lancio, con quegli assistenti asiatici così freddi ed imperscrutabili da sembrare tanti automi presi in prestito da qualche altro film di fantascienza horrorifica.