Regia di Gary Fleder vedi scheda film
Per chi ama il thriller, la suspence e l'action-movie all'americana. A questa categoria di cinefili consiglierei "Don't say a word", ultima fatica sullo schermo di Mister Michael Douglas, sempre più bravo, sempre più affascinante, sempre più American, anche lui.
Il titolo, non si sa perché non tradotto nel possibilissimo italiano "Non dire una parola", allude ad un segreto profondamente chiuso nella memoria di una diciottenne disturbata e internata in un ospedale psichiatrico. Non solo malata di mente, ma anche imputata di omicidio violento e braccata da una banda di malviventi assetati del suo segreto, un codice numerico necessario per impossessarsi di un diamante preziosissimo.
E cosa c'entra Mister Conrad (Douglas), stimato psichiatra dell'adolescenza, in tutto questo? Lo capirete vedendo il film, ma per ora vi anticipo che, anche per lui, il segreto di Elizabeth (interpretata dalla brava Brittany Murphy, già disturbata in "Ragazze interrotte") sarà vitale e necessario per riabbracciare la sua figlioletta rapita dai malviventi. Tra questi ultimi spicca la figura dell’attore Sean Bean, già visto in vari film tra cui 007 Goldeneye.
In tutto questo intreccio di ricerche e di menti malate, si possono gustare i classici inseguimenti dei film d'azione hollywoodiani, nonché i soliti flashback di chi ha subìto un trauma, fino alle scazzottate dell'epilogo.
Non mancano le belle ragazze: oltre la Murphy citerei la moglie di Douglas, Jennifer Esposito, bellezza mediterranea, e l'attrice che interpreta l'agente di polizia Cassidy, vagamente somigliante alla più celebre J Lo.
Un film nel complesso piacevole, con tutti gli ingredienti per una serata di azione e suspence, tra il gusto dei pop-corn e il fascino di un Michael Douglas splendidamente tirato a lucido… Che la "cura Zeta Jones" lo stia ringiovanendo?
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