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Troy

Regia di Wolfgang Petersen vedi scheda film

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La recensione su Troy

di champagne1
6 stelle

Cantami o Diva del Pelide Achille l'ira funesta

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Il poema omerico presenta subito il suo protagonista, Achille; eppure quando si tratta di dare un titolo all'opera si sceglie quello della città dell'Asia Minore che i Greci, riuniti sotto lo scettro di Agamennone, vanno ad attaccare per vendicare l'affronto del rapimento di Elena, regina di Sparta e moglie di Menelao, fratello di Agamennone. In un incrocio di destini che l'imperscrutabile volontà divina ha in qualche modo deciso e che da quella sede si sviluppa in maniera tragica arrivando a produrre miseria e distruzione non solo nei vinti, ma anche nei vincitori..

Si tratta di vicende descritte nell'Iliade di Omero, la cui epoca di diffusione si situa in circa 8 secoli prima di Cristo e che raccoglie una tradizione orale di almeno 500 anni prima. Si tratta quindi di eventi che storicamente accaddero più di 3000 anni fa.

Pertanto si può dire che il desiderio di Achille si sia verificato e che dal suo punto di vista egli abbia saputo decidere bene quando la madre Teti, alla vigilia della partenza dalla Grecia, gli chiese di scegliere fra un destino di pace, nella sua isola, amato dai sudditi e dalla sua famiglia che lo avrebbero ricordato ma solo per qualche generazione di discendenti  oppure un destino di valore e di guerra, da cui non sarebbe più tornato, ma che avrebbe consegnato il suo nome alla immortalità.

 

 

Il poema omerico, epico per antonomasia , ci riporta all'età del bronzo, l'epoca della guerra, e quindi amplississimo spazio viene utilizzato per illustrare le battaglie, dalla descrizione minuziosa delle armature e delle armi, fino alla precisa narrazione delle vicende. Siamo nell'epoca in cui il valore dell'uomo era quello del combattimento, del coraggio e della lealtà.

Eppure non sono esclusi dal racconto valori universali e forse più moderni, come quelli della pietas e del rispetto.

 

 

Wolgang Petersen arriva aTroy nella fase holywoodiana della sua carriera, dopo una serie di successi, anche commerciali, l'ultimo dei quali era stato La Tempesta Perfetta di 4 anni prima. A chiunque sarebbero tremate le gambe nel decidere di fare la trasposizione di un'opera simile. E soprattutto un'opera conosciuta ai più e che in qualunque realizzazione cinematografica avrebbe lasciato l'amaro in bocca per una qualche ragione, la più probabile della quale è che in un tempo limitato (seppure espandibile fino ai 190 minuti della Director's Cut) i personaggi e le vicende vengono necessariamente miniaturizzati e descritti con l'accetta.

Petersen rende Troy una specie di film d'azione, si prende una serie di libertà narrative (dalla durata del conflitto fino alle sorti modificate di alcuni personaggi, primo fra tutti Agamennone), fa delle scelte di casting azzardate (dallo scultoreo Brad Pitt scelto come protagonista fino all'inespressivo Orlando Bloom-Paride), ma sa anche riprodurre il senso delle battaglie realizza scene di massa assolutamente ragguardevoli.C'è una riproduzione dei costumi rimarchevole così come anche delle tecniche di battaglia, per quanto spettacolarizzate

 

 

Alla fine il film secondo me è meritevole di attenzione, come può essere qualunque tentativo di tramandare  - con tutti i limiti del caso - la cultura classica ai posteri. 

E poi, nonostante tutto, io credo che arrivi il senso della riflessione finale omerica e cioè che la guerra è qualcosa di così terribile che neanche gli eroi e i semidei ne possono uscire indenni.

 

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