Regia di Wim Wenders vedi scheda film
La reazione del cinema mondiale all'11 settembre 2001 è stata piuttosto blanda e lenta a svilupparsi: i primissimi lavori usciti su questo scottantissimo tema sono stati piuttosto moralistici e confortanti pro-Usa, la maggior parte dei quali tesi a raccontare in maniera poco documentaristica (d'altronde non è facile prendere immediatamente le distanze dalla Storia che ancora tale non è) una serie di giustificazioni per la 'guerra al terrorismo' immediatamente innescata dal governo Bush jr. Wenders, ovviamente, è molto lontano dal prendere qualsiasi punto di vista filo- (e tanto meno anti-) americano; conosce bene gli Stati Uniti e li vuole però omaggiare alla sua maniera, mettendo in piedi - con una sceneggiatura firmata insieme a Scott Derrickson - una parabola di facile lettura sulla multiforme anima americana. Troppo facile la lettura, anzi: lo zio soldato e la nipotina missionaria sono figure nemmeno cinematografiche, ma espressamente retoriche; se la trama in sè regge bene e l'intreccio pare ben scritto e interessante, restano comunque perplessità di fondo sulla scelta di descrivere in maniera tanto sfacciata, senza mezzi termini, la duplice natura della società Usa: guerrafondaia e soccorritrice, irascibile e caritatevole, paranoica e ingenua. Michelle Williams e John Diel sono gli ottimi interpreti centrali della pellicola; mossa, vivace è l'immagine di un'America nevrotica e questo anche grazie alla fotografia di Franz Lustig (alla prima di una serie di collaborazioni a fianco del regista tedesco); nota di merito infine per quanto riguarda la bella colonna sonora pop rock, che si sviluppa attorno a una canzone (preesistente) di Leonard Cohen intitolata proprio The land of plenty. 5,5/10.
Una ragazza, dopo essere stata in missioni umanitarie in Africa e Palestina, torna a casa negli Usa; va a trovare lo zio, reduce del Vietnam, che non si è mai ripreso dall'11 settembre 2001 e ora vive nella continua paranoia di un attacco terroristico. Il rapporto fra i due prende il via solo quando si trovano casualmente di fronte alla morte di un uomo, per giunta mediorientale.
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