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Danny the Dog

Regia di Louis Leterrier vedi scheda film

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La recensione su Danny the Dog

di Dom Cobb
4 stelle

Luc Besson è sempre stato un regista e (soprattutto) produttore europeo d'origini, ma con lo sguardo perennemente rivolto al mercato americano, da cui ha mutuato la propensione a girare e, appunto, produrre action movies sia nella propria patria d'origine che oltreoceano, spesso sfruttando proprio grandi attori hollywoodiani oppure rilanciando la carriera di ex-star ora in affanno (ovviamente, salta subito alla mente il film "Taken" come perfetto esempio di action di matrice bessoniana di grande successo). Besson, all'interno della propria factory, ha artisticamente dato i natali a diversi registi che poi si sono specializzati nel girare questi film d'azione franco/americani: Pierre Morel (il regista proprio di "Taken"), Olivier Megaton (fidelizzato anch'egli con Liam Neeson attraverso i capitoli successivi di "Taken")  e, non ultimo, Louis Leterrier, "padre" registico di "Transporter" con Jason Statham. Vista così, l'attività produttiva di Besson e dei "suoi" registi di fiducia sembrerebbe una macchina ben rodata, ma, andando a scorgere i titoli girati, ci si accorge che non tutte le ciambelle - per usare una metafora - sono riuscite col buco. Ne è un esempio proprio questo "Danny The Dog", girato da Leterrier proprio dopo "Transporter"; bisogna dire che il film, di per sè, non è girato male: la mano registica è professionale, le scene d'azione (incentrate quasi tutte su combattimenti corpo a corpo) sono veloci ed acrobatiche; anche il cast svolge il proprio compito. Quello che non funziona è lo script, che rende "Danny The Dog" un prodotto anonimo, un film che, di fondo, somiglia a molti altri film senza avere un guizzo  che possa lasciare il segno. Protagonista è Jet Li (il Danny del titolo), un uomo tenuto dal gangster londinese Bob Hoskins "in cattività" fin da bambino ed istruito a comportarsi alla stregua di un cane da guardia. Danny porta al collo un guinzaglio e quando Hoskins lo libera dalla catena, è il segnale che Danny deve attaccare il "nemico" che gli sta di fronte, anche se Hoskins lo porta con sè essenzialmente quando deve chiedere il pizzo ai commercianti di Londra. Un giorno Danny riesce a liberarsi ed incrocia la propria strada Morgan Freeman - accordatore di pianoforti cieco - e sua nipote acquisita Kerry Condon, i quali lo accolgono in casa loro e gli insegnano il valore dell'affetto. "Danny The Dog" è un film sui buoni sentimenti ben attento a non fuoriuscire dai binari del politicamente corretto; come film d'azione è molto meno violento di quel che ci si potrebbe aspettare: ripeto, il grosso dell'azione è dato dai combattimenti di Jet Li ma, per esempio, non si vede scorrere una goccia di sangue nemmeno per sbaglio, così come non muore praticamente nessuno. Gli avversari di Jet Li possono essere massacrati di botte, volare giù da finestre, subire incidenti stradali rovinosi, ma uscirne praticamente quasi incolumi; il "massimo" della violenza è dato da Bob Hoskins ingessato e con il collare  ortopedico. Il film subisce un rallentamento durante la sua parte centrale, cioè dal momento in cui Danny viene ospitato in casa di Morgan Freeman e subite un'accelerazione durante la resa dei conti finale, all'interno del condominio abitato proprio da Freeman e da sua nipote. Leterrier mette in scena i soliti luoghi comuni per descrivere il cambiamento caratteriale del protagonista: gli allegri scherzi della nipote  di Freeman, la musica del pianoforte che fa da contrasto con la vita violenta e brutale subita dal personaggio di Jet Li. Anche il finale è votato al già citato buonismo politicamente corretto: Freeman e sua nipote convincono Danny a non vendicarsi dei torti subiti e quindi a non uccidere Bob Hoskins, per poter dimostrare di essere una persona migliore rispetto allo spietato gangster. La solita retorica simil-buonista tipica di questo genere di prodotti. Per il resto, la sceneggiatura non brilla - oltre che nei contenuti - nemmeno nella fluidità degli avvenimenti, che si svolgono in maniera prevedibile, addirittura ripetitiva se, per esempio, pensiamo che sia stata usata per ben due volte all'interno del film la "scappatoia" dell'incidente automobilistico per permettere al protagonista di fuggire da Bob Hoskins. Gli attori svolgono il loro ruolo: Jet Li è da sempre un grandissimo artista marziale ed è altrettanto sempre un piacere vederlo in azione per ammirare la sua tecnica e la sua grande agilità. Bob Hoskins mette in scena un personaggio - quello del gangster - irascibile e violento. Un uomo avido e rozzo che, per tenere sotto scacco il proprio "cane" Danny - finge dei brevi momenti di umanità e comprensione, per poi mostrare subito dopo la propria vera natura. Hoskins è sempre stato una garanzia. Morgan Freeman interpreta ... Morgan Freeman, ovvero il ruolo che, per antonomasia, gli riesce meglio: quello dell'uomo maturo e saggio, la "spalla" a cui il protagonista può poggiarsi in caso di bisogno. "Danny The Dog", perciò, è un prodotto assolutamente nella media, girato con perizia ma che, di fondo, non lascia il segno.

locandina

Danny the Dog (2005): locandina

Locandina italiana.

     

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