Espandi menu
cerca
L'amante inglese

Regia di Catherine Corsini vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Theophilus

Theophilus

Iscritto dal 17 agosto 2012 Vai al suo profilo
  • Seguaci 3
  • Post -
  • Recensioni 51
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'amante inglese

di Theophilus
2 stelle

L’AMANTE INGLESE

 

Tralasciamo pure le nostre frequenti e – crediamo – giustificate critiche sulle furbate nostrane tese a mascherare i film stranieri con titoli fuorvianti o inconsistenti. Nel caso di L’amante inglese, diretto e sceneggiato da Catherine Corsini, non mancano certo gli argomenti per giustificare una valutazione desolatamente negativa.

A partire dalla trama, che si articola dall’inizio alla fine senza un vero sussulto e senza nessun perché, né da parte della regista, né da quella dello spettatore. Tutto è artificiosamente chiaro, tanto da rendere la storia non lineare, ma banale e semplicistica. Un triangolo amoroso composto da tre marionette i cui fili sembrano essere nelle mani di uno scrittore di romanzi d’appendice o, forse, in quelle dei tenutari del giornalismo gossipparo e televisivo contemporaneo. Tutti i luoghi comuni sono ordinatamente al loro posto e agiscono nel film come a volersi riappropriare di stereotipi anticati, con una mano di vernice a rivendicare un’attualità che è troppo visibilmente contraffatta. La regista sembra dirci: l’amore è una cosa molto semplice, gli schemi sociali sono invece tremendamente complicati. Non ne può uscire che una tragedia. Se, però, si scade nel ridicolo, non di tragedia si tratta, ma di sentimentalismo venduto all’ingrosso.

Suzanne (Kristin Scott Thomas)  e Samuel (Yvan Attal) sono i due vertici iniziali del drammone. Lei è la classica moglie, borghesemente e felicemente incastonata all’interno di una casa, di cui detiene le chiavi il marito, professionista stimato. Ivan (Sergi Lopez) è il terzo incomodo, arrivato nell’abitazione dei due al seguito di un architetto per fare alcuni lavori di manovalanza. Sguardo solare - nonostante un passato da detenuto, un matrimonio fallito e una figlia piccola che non vede mai – fisico mediterraneo con un che di opulento che si contrappone alla nervosa magrezza di Samuel e con “voglia di fare”, che fa? Resta soggiogato dal fascino triste e ambiguo della non più giovanissima ma ancora piacente Suzanne. E lei? Idem naturalmente, dopo un dubbio iniziale che scompare in pochi giri di pellicola. Tutto, poi, procede come da copione. La passione iniziale, amplificata dalla clandestinità e dai classici ostacoli di natura pratica che si frappongono, l’incapacità di lei di vivere a lungo in quell’ambiguità, la confessione al marito, il pentimento e il tentativo di resistere, la ripresa, la fuga da casa, il marito che fa terra bruciata attorno ai due amanti. Se avete ancora un po’ di lacrime in serbo, bisognerebbe considerare anche i due figli di Suzanne. In pieno rispetto del complesso edipico, il maschio parteggia per la madre e la femmina per il padre.

Con la piccola di Ivan formano, poi, tutti, un rinnovato quadretto familiare che sembra essere nelle speranze di Suzanne e Ivan.

Poi, si arriva all’epilogo, che non sarebbe giusto svelare, per il solo motivo che rappresenta l’unico punto che può tenere drammaticamente in sospeso un pubblico che vaga indeciso fra la noia e il riso.

 

THOPHILUS

22 marzo 2010.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati