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La sposa in nero

Regia di François Truffaut vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La sposa in nero

di hallorann
6 stelle

Una donna bassina e perduta (per dirla alla Lucio Dalla) appare in scena per buttarsi dalla finestra. Gli intenti suicidi di Julie sono dati da un matrimonio conclusosi con il marito David sulle scale del sagrato della chiesa in cui si erano appena celebrate le nozze. Salvata dalla madre da quel momento decide di partire per un viaggio. Il suo David è stato ucciso per caso dalla finestra sul cortile che dava sulla chiesa. Julie pondera cinque incontri con cinque uomini, li avvicina, li seduce e poi li fa fuori. Sono colpevoli di aver ucciso il marito. Francois Truffaut, trae dal romanzo omonimo di William Irish, un omaggio esplicito al maestro Hitchcock, al quale dedicò il testo (frutto di anni di interviste) “Il cinema secondo Hitchcock”. La chiave de “La sposa in nero” sta nel ricostruire il teatro di ciascun delitto: il primo omicidio sembra quasi banale ma ha una certa dose di suspense. Bliss deve pagare anche per la sua condizione di viveur seduttore di donne, Julie non è solo mossa da vendetta ma anche da un certo moralismo.  Il secondo, quello del banchiere Coral (interpretato dall’ottimo Michel Bouquet) risulta più intrigante e costruito meglio. Il candidato Moran (Michel Lonsdale) è il terzo e più elaborato, forse quello meno convincente se non nella descrizione del bambino e dell’equivoco della signorina Becker. Delvaux è un brutto ceffo, con il quale Julie non riesce ad attuare l’omicidio, assiste al suo arresto ma ci tornerà alla fine. L’incontro con il pittore Fergus è lungo e giocato sulla seduzione, l’uomo si innamora di lei che si presta nel ruolo di modella Diana cacciatrice. Quando l’amico Corey si ricorda dove ha visto Julie (al fidanzamento di Bliss) è troppo tardi. Lo sviluppo è lento e gli italiani quando si cimenteranno sul serio nel thriller, da lì a pochi anni, sapranno creare quella suspense e quel fascino maledetto che nella pellicola di Truffaut spesso latitano. L’autore descrive con maggiore precisione il maschilismo e le psicologie delle vittime, piuttosto che la protagonista, impersonata dalla fascinosa e seriosa Jeanne Moreau. Il suo personaggio è mosso esclusivamente da cinismo e vendetta, elementi ben ottemperati dall’attrice, però essendo un personaggio blindato non ha grandi libertà di movimento, se non quello di portare a compimento i delitti e ricongiungersi idealmente a David.

 

Truffaut del maestro Hitchcock riprende certe caratteristiche come i colori caldi della fotografia, il compositore Bernard Herrmann, però l’empatia della direzione artistica è farina del suo sacco talentuoso. Nel ritrarre la figura femminile riprende la visione della donna secondo il maestro Alfred. La donna estremamente libera e indipendente non era tra le sue predilette, prevaleva la figura che sotto la scorza di indipendenza e di carattere forte celava una sostanziale incompletezza, ché solo con un uomo accanto poteva completare. Non so quanto questo tratto possa essere affibbiato alla protagonista Julie ma ci va molto vicino. 

 

locandina

La sposa in nero (1967): locandina

 

Jeanne Moreau

La sposa in nero (1967): Jeanne Moreau

 

Jean-Claude Brialy, Claude Rich

La sposa in nero (1967): Jean-Claude Brialy, Claude Rich

 

Jeanne Moreau

La sposa in nero (1967): Jeanne Moreau

 

 

Jeanne Moreau, Michel Bouquet

La sposa in nero (1967): Jeanne Moreau, Michel Bouquet

 

Jeanne Moreau

La sposa in nero (1967): Jeanne Moreau

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